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Un telefono dell’altro mondo

01 Marzo 2005

Un telefono dell’altro mondo

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Un nuovo concetto di telecomunicazione potrebbe rivoluzionare il mercato, portando ai telecom operator decine di miliardi di nuovi utenti

Il mercato della telefonia si trova in un momento di discontinuità, in cui gli operatori dovranno saper innovare o affrontare il rischio di scomparire.

Uno dei principali driver di questo momento di discontinuità è certamente il fattore saturazione. La telefonia residenziale ha ormai raggiunto,nei paesi occidentali, la massima diffusione possibile. Forse, addirittura, è alle soglie di una più o meno sensibile riduzione del numero di abbonati: inizia infatti a prendere rilevanza il fenomeno del single o della coppia che decide di fare a meno del telefono fisso quando va a vivere in una nuova casa, gestendo le proprie comunicazioni totalmente attraverso il cellulare.

Nuovi clienti wanted, dead or alive

Anche quello dei cellulari è però un mercato saturo: di conseguenza, per tirare avanti, le società telefoniche si devono impegnare in sanguinose lotte per la conquista di piccole quote di mercato o cercare disperatamente nuovi servizi da vendere ai clienti per ottenere una maggiore share of wallet.

Una recente invenzione potrebbe però cambiare tutto.
Aprire un nuovo, vastissimo mercato per la telefonia. Un mercato talmente vasto da essere stimabile in decine di miliardi di utenti potenziali, un potenziale di “users” parecchie volte superiore alla popolazione vivente sul nostro pianeta.

Il futuro sta nella comunicazione monodirezionale

Il breakthrough concettuale si deve alla genialità di un sessantenne inventore tedesco, tale Juergen Broether.
Il signore, confrontato con l’improvvisa dipartita dell’anziana madre, si rese conto di provare un irrefrenabile bisogno di continuare a parlare con la genitrice.

Evidentemente, però, l’idea di tenere lunghe conversazioni rivolto alla tomba deve essergli parsa imbarazzante. E deve essersi reso conto che nell’attuale contesto socioculturale è invece perfettamente accettabile parlare ovunque e comunque – a condizione di usare un telefono (la progressiva riduzione di dimensione degli auricolari sta, tra l’altro, rendendo impossibile distinguere tra un businessman che risolve una complessa crisi manageriale da un alienato che parla da solo).

Detto fatto – nasce così “l’angelo telefonico“, il primo apparato destinato a connettere anche i defunti al mondo delle telecomunicazioni – apparato regolarmente brevettato e già disponibile al pubblico.

Semplicità è la parola chiave

Il terminale in sé è abbastanza semplice.
Consiste in un contenitore delle dimensioni di una scatola da scarpe. All’interno un altoparlante appositamente progettato, da interrare a fianco del sarcofago contenente il caro estinto, un telefono portatile (per il vivente) e una batteria che garantisce 200 ore di conversazione o un anno di stand by.

L’uso è totalmente intuitivo, assolutamente identico a quello di un telefono normale: il vivente si connette, sente per due volte un segnale di libero suonare nel ricevitore e poi si stabilisce la comunicazione (allo stato dell’arte ancora tendenzialmente monodirezionale): non resta dunque che iniziare a parlare in modo intimo e socialmente accettabile con il proprio caro, trovandosi in una condizione che permette le confessioni più intime senza destare la riprovazione dei vicini di cimitero.

Un modello di business solidissimo

A differenza di quanto spesso accade, il signor Juergen Broether non ha commesso l’errore di coniugare una geniale invenzione con un modello di business fallace. Anzi, forse proprio il modello di business è la parte che più risalta in questa operazione. Allineandosi con trend imprenditorialmente collaudati, non viene venduto tanto il terminale quanto il servizio, attraverso una forma di “prepagata ricaricabile” incorporata nell’apparato.

Il telefono, ceduto al modico prezzo di 1495 Euro, viene consegnato “precaricato” di 200 ore di conversazione. Una volta esaurite queste ore, l’apparecchio può essere nuovamente ricaricato a prezzo scontato di 730 euro (pari ad un costo di connessione di poco più di 6 centesimi al minuto).
Se invece abbiamo detto tutto quello che dovevamo dire, possiamo dare indietro il telefono al venditore che ci ritornerà 50 euro per il vuoto.

Piatto ricco, mi ci ficco?

L’evidente potenziale dell’invenzione sta venendo, come è giusto, premiato da un successo di mercato sopra le previsioni: da gennaio ad oggi sono stati già venduti tre esemplari dell’apparato.

La forza del concetto e questi primi incoraggianti successi stanno probabilmente spingendo i reparti Ricerca, Sviluppo & Progetti Segreti delle varie compagnie telefoniche a studiare il lancio di servizi comparabili, anche attraverso eventuali licensing del brevetto del sig. Broether.

Con la semplice accortezza di rendere il defunto (e non il vivente) intestatario del contratto si potrebbe accedere a un serbatoio di utenti quasi impossibile da calcolare, ma sicuramente superiore alla decina di miliardi di clienti in tutto il mondo.

Il telefono è solo l’inizio

Ci si sta comunque già preparando per lo sviluppo della telefonia tombale 2G, che dovrebbe vedere l’introduzione della tecnologia SMS nei terminali – in modo da poter inviare messaggini testuali agli avi quando siamo troppo occupati per recarci di persona al cimitero.

La frenetica attività di sviluppo non si arresta però qui. Fonti bene informate, vicine a grandi investitori internazionali, affermerebbero che una azienda di componentistica informatica – finora poco nota al grande pubblico ma titolare di contratti con varie forze armate occidentali – starebbe preparando una versione “civile” dei propri computer portatili militari, resistenti alle intemperie e dotati di connessione in rete wi-fi e UMTS in larga banda.

Attraverso la sottoscrizione di un semplice contratto con un provider wireless ed interrando il portatile “ruggerized” (alimentato attraverso celle solari che darebbero col loro color nero iridescente un tocco di eleganza alle architetture funerarie), i nostri cari estinti potranno restare in contatto con noi attraverso i più avanzati media. Dalla e-mail alla chat, dall’accesso al nostro blog al godersi la crescita dei nipoti attraverso la webcam, le possibilità d’uso sono infinite.

Del resto, chi l’ha detto che bisogna per forza essere vivi per esser connessi e fatturati?

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