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Un popolo virtuale abita il ciberspazio

03 Marzo 1998

Un popolo virtuale abita il ciberspazio

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Bots: The Origin of New Species di Andrew Leonard esplora il mondo sotterraneo dei robot virtuali che abitano Internet fornendo servizi, e qualche volta fastidi, ai navigatori della rete. Una lettura piacevole su un tema che lascia spazio a riflessioni e divagazioni di varia natura.

Bots
The Origin of New Species
Andrew Leonard
Hard Wired, 1997
218 pp., $ 21.95

Bots (abbreviazione di “robots”), spiders, worms, daemons, intelligent agents, sono alcuni tra i nomi che caratterizzano strane creature digitali che popolano il ciberspazio. Si tratta di (s)oggetti software di vario tipo e a volte di grande complessità (Scooter, il bot del motore di ricerca di Altavista, conta oltre 5000 linee di codice) che svolgono una qualche attività in rete: facilitano la gestione della posta elettronica, intrattengono gli ospiti in IRC (Internet Relay Chat), cercano e selezionano informazioni in rete, inondano la vostra mailbox di messaggi pubblicitari.

Ciò che caratterizza i bots è la loro natura. Benché frutto del lavoro di un programmatore, spesso sembrano avere comportamenti autonomi e simili a organismi biologici. Non si tratta naturalmente di vere “intelligenze artificiali” ma il fatto che agiscano senza la diretta supervisione del proprio creatore e manifestino un carattere a volte antropomorfico rendono questi enti qualcosa di più e di diverso dai comuni programmi per calcolatore.

Andrew Leonard – columnist di Wired e Salon – fornisce un buon esempio di divulgazione scientifica, mix equilibrato di giornalismo e di rigore tecnico. Il libro riesce a inquadrare il tema svolgendolo sotto diverse angolazioni: da un lato ricostruisce il percorso storico e tecnologico che ha portato alla nascita di questi oggetti, dall’altro tesse un fitta trama di riflessioni e considerazioni di carattere epistemologico (passando da Socrate a Turing, da Darwin a Dawkins, dalla biologia alle teorie della complessità e del caos).

Benché l’argomento appaia impegnativo non si tema una trattazione di tipo accademico: la scrittura è densa e fluida allo stesso tempo e il libro scorre via veloce come un romanzo. Chi poi desideri approfondire i numerosi temi trattati può far conto sulla ben curata bibliografia in appendice.

Un’ultima parola va infine spesa per la veste editoriale del libro. Così come ci ha abituati la rivista Wired, anche il braccio editoriale Hard Wired adotta una grafica di ottimo livello e una manifattura che si può ben definire sontuosa. Certo non sono considerazioni che bastano a giustificare l’acquisto di un libro, ma per chi ama il genere è certamente una “chicca” da non perdere.

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