I segnali di un mondo dell’informazione che cambia sono sempre più evidenti. Succede così che nel discorso di apertura della cerimonia di consegna dei diplomi, il decano di giornalismo della Columbia University, Dean Nicholas Lehmann, abbia puntualizzato la necessità per i giovani di inventare un nuovo modello di professione, più vicino alla Rete e alle sue logiche. Al di là dell’Oceano c’è chi applaude al discorso, come Evan Smith, anche se un po’ preoccupato per il futuro che verrà, e chi invece è più critico. È il caso di Steve Boriss, che ritiene quasi offensivo che una scuola di giornalismo lasci ai giovani «il compito di creare da zero un nuovo sistema». Boriss ritiene che questo faccia venir meno la funzione stessa della scuola: dalla Columbia è legittimo aspettarsi di più.
In Italia, Mario Tedeschini Lalli commenta il discorso, traducendone i punti salienti. Sapranno i giovani studenti creare un nuovo modello di informazione?
Gli altri temi del giorno:
Guido Scorza riflette sui modelli di distribuzione musicale, preoccupato per le sorti di un’industria culturale che sembra sempre meno in grado di sostenere i cambiamenti tecnologici.
Che differenza c’è tra community, social media e blog? Vincenzo Cosenza e MediaMeter commentano alcune ricerche che chiariscono il problema.
Daniele Semeraro osserva alcune dichiarazioni di Microsoft e AMD, che si dicono pronte a ricercare modelli di videogame in grado di trasmettere valori positivi e di affrontare problematiche ecologiche e sociali.
Sandman, l’uomo dei sogni, torna in edicola, e Giorgio Gianotto ne celebra la qualità artistica, consigliando la lettura a chi lo avesse perso.