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Un giudice inglese condanna per pirateria musicale una catena di cybercafè

31 Gennaio 2003

Un giudice inglese condanna per pirateria musicale una catena di cybercafè

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Pirateria musicale: il livello di scontro si abbassa sempre più. Un giudice britannico condanna come pirata, una catena di cybercafè

È toccato alla catena di Internet Cafè “easyInternetcafè” (è presente in franchising anche in Italia a Roma, Bologna e Milano) finire sotto processo e condannata per violazione dei diritti d’autore.
Come principale prova a carico, la possibilità degli avventori di masterizzare CD con musica scaricata da Internet.

Gli internauti che frequentavano i locali, infatti, potevano non solo scaricare musica online, ma anche realizzare cd. Il servizio costava 5 sterline a disco ed è stato interrotto nel settembre 2001.

A trascinare in tribunale la catena di cybercafè è stata la BPI (British Phonographic Industry), la RIAA inglese che raccoglie le grandi case discografiche.
L’anno scorso hanno ottenuto il processo contro la catena di locali Internet, per violazione dei diritti d’autore.

Il proprietario della catena si è detto contrariato dalla sentenza e ricorrerà in appello.
“I clienti registravano musica nei nostri cafè Internet – ha dichiarato il proprietario condannato – con l’intenzione di ascoltarla più tardi, come si fa con i registratori”.

Ha anche sottolineato che aveva vietato agli impiegati dei cafè di controllare la natura di quello che veniva scaricato dai clienti, proprio per rispettare la loro privacy e che prima di farlo i clienti erano avvertiti del loro arrivo sul computer per non fargli infrangere le leggi sul diritto d’autore.

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