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Un baco nella mela iridata

05 Novembre 1998

Un baco nella mela iridata

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L'installazione di Mac OS 8.5, il nuovo sistema operativo di casa Apple, può provocare la perdita di tutti i dati delle precedenti installazioni. E questo nella completa indifferenza dei produttori che non prevedono l'uscita della benché minima patch.

Si era appena sparsa la voce, che già MacZone, uno dei più noti negozi online del mondo Mac, aveva distribuito un banner che recitava: “Prima di installare Mac OS 8.5 procurati un Jaz Gigabite SCSI a 335 dollari: Upgrade Insurance”. Il pretesto non è dei più allegri per la risorta Apple, che sta cercando di conquistare credibilità nei mercati ostili, mentre rischia di inimicarsi i fedelissimi.

Già la scelta delle porte USB negli iMac è stata una mossa verso il mercato Wintel che ha messo in preallarme quanti avevano investito non poco in periferiche SCSI (vale a dire la maggioranza dei clienti tradizionali). L’idea, poi, che il sistema operativo del 2000 renderà obsoleti gli Apple dell’anno scorso trasforma Cupertino in una versione deformata di Redmond, una caricatura del mondo Wintel da cui vorrebbe distinguersi con un “Think different”.

Ma che il nuovo sistema operativo addirittura minacci di far perdere tutti i dati delle precedenti installazioni e questo nella completa indifferenza dei produttori che non prevedono l’uscita della benché minima patch, è quanto meno preoccupante, se non provocatorio.
Ai blocchi di partenza, MacOS 8.5 non ha beneficiato delle attenzioni che furono rivolte ai suoi predecessori. Persino per l’aggiornamento del System 8.0 furono sprecate più parole. Oggi le aspettative per OS X, il sistema avveniristico promesso per la fine del 99, ma soprattutto l’eccitazione attorno al primo PC post-moderno, l’iMac, gli hanno sottratto del tutto le luci della ribalta. Dal canto suo, 8.5 non ha nulla di così rivoluzionario rispetto ai sistemi precedenti e, a dire il vero, assomiglia più a un aggiornamento che a un prodotto nuovo.

Ciononostante, per molti si tratta di un aggiornamento sostanziale. E non è certo solo questione del look ‘n feel che, come Lilly Gruber, sembra voler uscire dallo schermo per avvincere gli utilizzatori con una cornucopia di colori, suoni ed effetti speciali. È soprattutto la stabilità e la velocità che provengono dal suo essere – si dice – interamente nativo PPC a far gola ai più. Una performance di rete (Open Transport 2.0.1) che, secondo alcuni, sarebbe vincente sul meglio supportato ambiente PC e un motore di ricerca che, a patto di passare per un’impegnativa indicizzazione periodica delle memorie di massa, darebbe risultati strabilianti anche con le risorse condivise. Infine un interprete di scripting completamente riscritto (Apple Script 1.3) che finalmente potrà rendere possibile un’efficiente programmazione da sistema (applicazioni macro, innanzitutto).

D’altro canto, la mancanza di un autentico multitask e soprattutto di memoria protetta, si fa sentire come un bisogno talmente impellente da oscurare questa release che per la prima volta taglia definitivamente fuori gli esponenti della gloriosa serie Cisc 68000. E non sarà neppure sufficiente disporre di un pur potente processore Risc per beneficiare di quei vantaggi di un sistema moderno che verranno finalmente forniti da MacOS X fra un paio d’anni. Occorrerà mettere in conto la spesa di un paio di milioni (da procrastinare fino all’ultimo a scanso di cambiamenti) per l’acquisto di una scheda di aggiornamento a PPC 750 prodotta da terze parti, per poi disporre, comunque, di uno strumento dalle prestazioni superiori a quelle di un G3 costruito al risparmio (com’è il caso di tutti i modelli di fascia medio-bassa).

Il futuro MacOS 9 sarà poi l’ultimo degli eredi del System 6, per come li abbiamo conosciuti nell’ultimo quindicennio, l’ultimo a funzionare con computer non di terza generazione (G3). MacOS X sarà un NextStep (o Rapsody, se si preferisce) che, grazie al protocollo Carbon, avrà mimetizzato da Macintosh le sue scatole gialle e blu, quelle stesse che si preannuncia debbano fare la loro comparsa con Sonata (OS 9).

Ecco perché MacOS 8.5 è l’ultimo dei Mac. E proprio questo “ultimo dei giusti”, manifestatosi in tutto il suo splendore regale e un po’ old-fashioned alla celebrazione di fine carriera, doveva macchiarsi di un’onta difficile da dimenticare. Nonostante lo slogan lancio che lo definisca OS 8.5 il “Must-Have”OS upgrade, si sta spargendo la voce che invece si tratti del peggior “Must-Avoid”OS. E a spargerla sono alcune delle più autorevoli firme dell’evangelismo Macintosh, vale a dire macintouch, macnn e macfixit.

Com’è solito accadere con un software nuovo, le incompatibilità non si contano: prima fra tutte quella con Adobe Type Manager; poi c’è chi aggiunge Silverlining di LaCie, FWB HDT, diversi prodotti Aladdin e cosi via. Ma la scoperta drammatica, già battezzata “Hard Drive Kiss of Death”, è quella che sembra provenire da uno dei grandi traditi da Jobs, l’ultimo produttore di cloni Mac, UMAX. Lì avrebbero scoperto che il nuovo OS si comporta malissimo con i dischi Western Digital, Seagate e in generale con quelli formattati con le utility tradizionali, di cui non riuscirebbe ad aggiornare i drive con una conseguente caduta di prestazioni che li rende lenti come dei floppy. Il peggio è che nell’1% dei casi dopo l’installazione oscura il disco che risulta danneggiato, perso, irrecuperabile e non-formattabile, e nessuna delle classiche utility appare in grado di risolvere il problema.

Difetti analoghi vengono riscontrati con i dischi IBM dei Powerbook 2300, dei 7200/90, 8500/120 e dei PowerMac 8100/100. In realtà il problema non è ancora chiaro ed è sorta in proposito una vera psicosi di massa, con tanto di liste di discussione e pagine Web, mentre buona parte degli utenti Mac che hanno già sperimentato felicemente l’installazione assistono sbigottiti, constatando la buona salute della loro macchina. Il difetto sembra trarre origine dal Mac OS 8.1 e dai cambiamenti che ha introdotto nella gestione del disco e della routine dei file: l’introduzione di HFS Plus, la riscrittura del codice di cache l’introduzione di un nuovo file-system manager, i cambiamenti della memoria virtuale e via di seguito, già documentati da Symantec nel suo tentativo di aggiornare le Norton Utilities.

Curioso è invece il fatto che proprio dal mondo degli Hackers provenga OSXorcist, l’unica cura che abbia efficacia per riparare a parte dei danni provocati con una cura a basso livello del disco, anche se il suo utilizzo (che trovate nel sito di Al Guerra Enterprises, Inc.) è tutt’altro che semplice e amichevole.
Ecco dunque quello che è opportuno fare in caso vogliate installare MacOS 8.5:
here’s some hopeful preventative advice – based on a variety of reports and some common sense (it’s not a guarantee, but it’s still worth considering):

  1. Salvate tutti i vostri dati su un computer di rete, su una cartuccia o su CD
  2. Prima di procedere all’installazione di 8.5 attivate Drive Setup 1.6 e scegliete Update Driver per aggiornare tutti i volumi normalmente caricati all’avvio. Per estrema sicurezza, se avete usato un driver di terze parti (soprattutto le FWB HDT) potreste dover riformattare il disco.
  3. Controllate eventuali danni con Disk First Aid 8.2 procedendo con tutte le riparazioni eventualmente suggerite.
  4. Cancellate la PRAM (combinazione di tasti “command-option-P-R”all’avvio, lasciando che ripeta il suono dell’avvio almeno tre volte).
  5. Disabilitate la memoria virtuale.
  6. Ora avviate l’installer di 8.5 e, per sicurezza, rifiutate di aggiornare i driver dei dischi, usando le opzioni del programma di installazione per togliere il segno di spunta sull’apposita opzione.
  7. Infine procedete nell’installazione.

Non mancate poi di collegarvi spessissimo al sito Apple per essere informati delle modifiche che nel giro di alcuni mesi verranno pubblicate in rete nei siti Apple in tutto il mondo.
Oppure, fate come quando esce un’auto nuova: lasciate che altri vadano in avanscoperta e passate all’acquisto non prima della seconda o terza edizione. Ed è quasi certo che una 8.5.1 non si farà attendere ancora a lungo.

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