Ci risiamo. Questa volta è l’industria discografica a partire lancia in resta: accusa Napster di “resistenza passiva” e potrebbe richiedere che sia nominato un esperto tecnico indipendente per valutare il comportamento del sito di scambi online.
Il tecnico indipendente è una possibilità offerta dalla sentenza del giudice che impegnava Napster a mettere un filtro ai brani tutelati dal diritto d’autore.
Il giudice infatti aveva precisato che l’ordinanza non sarebbe stata rimessa in discussione e, in caso di litigio, dava la possibilità di richiedere la perizia di un esperto come forma di arbitrato.
Il problema è sempre il solito: Napster, malgrado il sistema di filtro che ha ridotto di molto lo scambio, lascerebbe ancora ampio margine di accesso a numerosi brani illeciti, soprattutto a causa delle “furberie” messe in pratica dagli utenti.
Napster ha ricevuto l’ordine di ricercare tutte le variazioni “ragionevoli” dei nomi di artisti e di canzoni per poter applicare il filtro che, però, funziona poco per le modifiche ortografiche apportate dagli utenti del sistema di scambi online.
Si parla, conti alla mano fatti dalle industrie discografiche e che emergono dalla lista sottoposta a Napster, di 500 mila titoli da bloccare.
D’altra parte c’è chi gioca a fare lo zelante di turno, come EMusic che annuncia un nuovo dispositivo capace di scoprire e di registrare automaticamente ogni variante dei titoli dei brani che circolano senza permesso.
E c’è chi, MusicCity, gioca a scavalcarla “a sinistra” rendendo disponibili 30 server che offrono 8,2 milioni di titoli agli utenti. C’è chi afferma che siano più di quelli offerti da Napster, versione pre-filtro.
MusicCity offre, infatti, un sistema aggiornato rispetto a quello di Napster, offrendo l’accesso a tutti i server contemporaneamente e non uno per volta come il suo predecessore.
L'autore
Iscriviti alla newsletter
Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo
