Lo spam, o meglio la pubblicità via email è diventata ormai da tempo un problema che non solo stenta a risolversi, ma peggiora.
Un problema, dunque, che è arrivato sul tavolo dei ministri europei delle telecomunicazioni che hanno cercato di giungere a un accordo sul divieto di invio di messaggi elettronici “non sollecitati”.
In questo incontro si sono scontrate le due anime presenti tra i 15 rappresentanti, sulla concezione di protezione dei consumatori.
Da un lato italiani, tedeschi, finlandesi, austriaci e danesi che roichiedono un progetto di legge che assicuri la massima protezione delle caselle di posta elettronica dei consumatori a discapito dei pubblicitari.
In pratica si tratta del cosiddetto “opt-in”, che consiste nell’assenso del possessore dell’indirizzo email a ricevere pubblicità.
Dall’altro lato, francesi e britannici che si rifanno a una visione più “liberista”.
In pratica, dicono, autorizziamo l’invio di pubblicità senza il consenso preventivo del consumatore, ma con l’obbligo di inserire la possibilità di cancellarsi dalla mailing list in ogni messaggio.
Questo, invece viene definito “opt-out” e viene sostenuto dalla maggioranza delle aziende di marketing.
Tutto questo, l’invio di mail non sollecitate rappresenta un costo che la Commissione europea stima in 10 miliardi di euro ogni anno.
Una cifra imponente, che però non ha impedito al parlamento europeo di indirizzarsi verso la soluzione prevista da francesi e britannici, malgrado dagli Stati Uniti arrivino notizie di milioni di email che intasano, ogni giorno, le caselle di posta elettronica dei consumatori.