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TV-B-Gone: l’ammazza TV universale

09 Dicembre 2004

TV-B-Gone: l’ammazza TV universale

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Può un telecomando rappresentare una minaccia per la cultura occidentale?

James Bond l’ha visto, e c’è rimasto molto male.
Una tale invidia maniaco-depressiva che quando la Miss Moneypenny ci ha riprovato, lui questa volta ha detto sì.
E sorvoliamo sulle dimensioni dell’ansia da prestazioni conseguente: la serata è finita (per entrambi) in una epica sbronza di Tavernello.

Q, l’indimenticabile inventore delle armi segrete di James (dal respiratore subacqueo formato stilografica all’otturazione dentale che nasconde un lanciafiamme), ha presentato le sue dimissioni dall’MI6 (accettando otto giorni dopo una lucrosa consulenza per una nota fabbrica di scherzi carnevaleschi); quell’oggetto avrebbe dovuto inventarlo lui.

Piccolo, discreto, letale

La causa di tanto scompiglio è un piccolo oggetto. Nero, discreto.

Visto da fuori, è un banale telecomando, uno di quei portachiavi che usiamo per aprire la porta del garage. Niente di complicato. Un solo bottone.

Schiacciate il pulsante.

Al vostro comando si scatena una raffica infrarossa, partono in sequenza oltre 200 codici di spegnimento, in pratica il telecomando urla in quasi tutte le lingue comprese dai televisori un semplice ordine: “spegniti”.

E i televisori si spengono.
Discretamente. Senza che nessuno si renda conto di quanto è successo.
In una ventina di secondi la maggior parte dei televisori è ridotta al silenzio – e se avete di fronte un avversario esoterico, in poco più di un minuto l’intera gamma di sequenze esistenti viene trasmessa dall’ammazza TV e quasi ogni schermo televisivo noto all’uomo ridotto a più miti consigli.

È piccolo, micidiale e si chiama TV-B-Gone.

Una questione di autodifesa?

È chiaro che, qui da noi, un’ oggetto del genere rischia di avere poco successo – ma quando ci lamentiamo della TV dovremmo fermarci un attimo e inviare un silenzioso, mesto pensiero ai nostri confratelli teledipendenti che vivono negli States.

A noi, in fondo, va bene; senza entrare nel merito della programmazione televisiva, possiamo limitarci a dire che è piuttosto difficile che ci capiti di essere costretti a guardare o a sentire la TV.

Molto diversa la situazione negli US. Ovunque andate, ovunque vi capiti di soggiornare, trovate un televisore acceso, che vi piaccia o no.
Sale d’attesa, lavanderie a gettone, ristoranti, case d’appuntamenti (negli stati dove è legale e, ovviamente, relata refero). Ovunque.

Nessun rispetto per il legittimo desiderio di quei (pochi?) esseri umani che preferirebbero il silenzio. Leggere un libro, parlare con la fidanzata.

Un inventore contro tutti

Mitch Altman ha deciso che l’ora della vendetta era arrivata. Il teleutente involontario strikes back.

Sviluppato il prototipo ha iniziato a collaudarlo. Scoprendo che non solo funzionava tecnicamente, ma che la maggior parte degli avventori e telespettatori involontari non facevano una piega all’atto dell’inspiegabile spegnimento del tubo catodico.

Galvanizzato e motivato più dall’idea libertaria di riportare alla vita teledipendenti ostaggi che dalla prospettiva di fare un business che fatturasse due lire, ha iniziato la produzione del gadget.

Risultato: al modico prezzo di 14,99 $ il prodotto si vende come il pane, in due giorni ha finito lo stock (il fatto che Wired gli abbia dedicato un articolo di certo gli ha dato una grossa mano…).

Dietro all’ammazza TV universale, però, c’è qualcosa di più di una semplice trovata: c’è l’infinita rincorsa tra l’advertising e il proprio pubblico, come dice qualcuno, l’infinita lotta tra il bene e il marketing.

Lei è in attesa? Allora è un target

Il consumatore è esposto a milioni di stimoli pubblicitari ogni anno; per sopravvivere l’essere umano ha sviluppato evolutivamente una capacità di attenzione selettiva che gli permette di ignorare i messaggi promozionali.

In questo mondo, quando siamo in coda alla lavanderia a gettone o quando consumiamo un caffè e un hot dog, non siamo una persona: siamo un target.

E la pubblicità, nella (pur lecita) battaglia per conquistare la nostra attenzione e promuovere le vendite di prodotti, guarda con grande interesse a tutte quelle situazioni in cui si ha un pubblico in ostaggio, che non può fuggire, che non può cambiare canale.

Ogni sala d’aspetto, ogni luogo in cui soggiorniamo, la metropolitana, l’aeroporto, il dentista e forse un giorno la sala parto, diventano luoghi ideali in cui piazzare schermi televisivi che ci intrattengono e ci fanno fare audience ai consigli per gli acquisti.

Ripeto, qui da noi, le cose vanno meglio: testimonianza diretta, in questo momento sono all’aeroporto di Fiumicino e, a parte il brusio di fondo di centinaia di esseri umani che aspettano un volo a tarda sera, si riesce persino a scrivere. A leggere. A pensare, se proprio volete passare da pericolosi sovversivi.
Di televisori accesi, da dove sono seduto (uscita 20), nemmeno uno in vista.

Non la passeranno liscia…

Negli States è diverso, già si mormora di una battaglia legale che farà impallidire la caccia ai pirati dell’MP3.

Una non meglio identificata lobby avrebbe già iniziato seri studi per stroncare sul nascere l’avanzata di quelli che chiamano in codice (segreto) “WMD” – Wireless Mass Deactivators.

Contano infatti di giocare sull’assonanza con le altre WMD (Weapons of Mass Destruction – armi di distruzione di massa) – quelle armi tanto letali e quasi impossibili da localizzare che hanno dato la giusta causa ad una nota guerra preventiva, a difesa della nostra libertà, democrazia e stile di vita.

Se si è fatta tutta una guerra per quelle WMD, per questi WMD un battaglione di marines non disperano di farseli imprestare…

Disclaimer e note legali: su suggerimento dei miei avvocati, vi invito a non acquistare il prodotto. Declino qualsiasi responsabilità nel caso decidiate di acquistarne uno (esiste anche un modello europeo). Non ne voglio saper niente se vi fate venire la sciagurata idea di usarlo contro il solito maxischermo, al momento del solito rigore salvapartita degli azzurri, al prossimo mondiale di calcio…

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