Internet Explorer 8 è uscito dalla fase beta ed è disponibile per lo scaricamento da giovedì scorso. In pochi giorni, pare abbia raggiunto una percentuale di circa il 2% di penetrazione, già superiore al Chrome di Google. Ma a quanto pare la velocità di adozione è più bassa di quella registrata per Firefox 3. L’uscita, a soli due anni e mezzo di distanza da Explorer 7 (che ne aveva impiegati 5 a sostituire la versione 6) testimonia la volontà di Microsoft di arrestare l’emorragia di quote di mercato del proprio browser, fermo al 67% circa, insidiato dall’open source di Firefox da una parte e dal browser di Apple, Safari, che viene ora sviluppato anche per Windows e che è in crescita, dall’altra. L’esperienza dei 5 anni di immobilismo fra Explorer 6 e 7, che è costata alla casa di Redmond un crollo di quasi 30 punti nello share dei browser, è dunque servita.
Le novità più chiacchierate
I miglioramenti sono notevoli e su più fronti, anche se alcuni osservano che si tratti per lo più di funzionalità già presenti nei browser concorrenti. Le più rilevanti per l’utente sono probabilmente l’accelerator e le web slice. Grazie all’accelerator, sarà possibile interagire con servizi terzi direttamente dal menu contestuale attivato sul testo selezionato nella pagina web. Si potrà così lanciare una traduzione, ma anche trovare un indirizzo su una mappa, lanciare una ricerca su siti enciclopedici o su vendor come Amazon ed eBay. Accelerator è sostanzialmente un miglioramento dell’interfacca cut & paste, che rende più efficienti operazioni di routine sui siti e che può essere espanso e personalizzato con nuovi servizi selezionabili e gestibili da un menu.
Le web slice invece sono porzioni di una pagina che, se correttamente marcate dall’autore (aggiungendo delle semplici classi hslice agli elementi Html e seguendo poche altre convenzioni), vengono riconosciute dal browser come zone autonome, che si possono memorizzare in un’apposita barra di menu. In seguito, basterà consultare quella barra per aprire una piccola finestrella che mostrerà gli eventuali aggiornamenti non dell’intera pagina, ma solo di quella porzione di pagina, senza recarvisi. Basata su uno standard creato da Microsoft ma aperto a tutti, le web slice sono già implementate (e migliorate se si usa anche GreaseMonkey) da alcune estensioni di Firefox (Web Chunk). Il concetto può essere visto come una ulteriore diversificazione dei metodi di accesso ai contenuti del quale i feed Rss sono un esempio. È un po’ come sottoscrivere non un sito, ma una porzione di pagina. Sono disponibili un tutorial per gli autori di pagine e una spiegazione semplificata di Gabriel Svennerberg.
Ci sono poi altre innovazioni che ricordano da vicino funzionalità comode introdotte già da Firefox o da Chrome. In particolare, ora è possibile riaprire un’intera sessione di navigazione, con tutte le tab aperte. È anche possibile creare gruppi di tab e settare alcuni comportamenti automatici: ad esempio, se si chiude una scheda di un gruppo, ci si posizionerà automaticamente su un’altra dello stesso gruppo. Come già Chrome, ora anche Internet Explorer dispone di una funzione di “Private Browsing”, che non tiene traccia nella history del browser degli indirizzi visitati, né archivia i cookies o alri file temporanei. Perfetto per i siti porno, insomma. E ha inoltre un’interfaccia con opzioni predefinite (con un “Che cosa si desidera fare ora? ” che ai più vecchietti utenti di Microsoft ricorderà qualcosa…) quando si apre una nuova pagina o una nuova scheda.
Non mancano naturalmente miglioramenti di velocità (qualcosa che nei lanci dei browser non manca mai, anche se spesso fa poca differenza per gli utenti comuni) e di sicurezza, con nuove funzionalità antiphishing e una migliore gestione degli Active X. Sulle questioni di sicurezza, però, chi scrive è scettico a priori: non sarà un nuovo browser a turare le molte falle o a resistere ai molteplici attacchi che sono tradizionali sui sistemi Windows, grazie anche alla loro grande quota di mercato e dunque all’attrattiva rappresentata per i cracker – ma certo anche a difetti architetturali – e dunque è solo questione di attendere e mettersi il cuore in pace. E fare molti back-up.
IE 8 e i Css
Molti webdesigner saranno piuttosto preoccupati di capire come si comporta Internet Explorer 8 con i Css e gli standard web in generale, problema storico sul browser di Microsoft. In particolare, molti si chiedono se sia giunta finalmente l’ora di pensionare Explorer 6, un browser che, certo, a confronto con le versioni 5 e 5.5 sembrava anni luce avanti, ma che ha subito preso la polvere rispetto ai motori di rendering di Opera, Safari e Firefox.
Durante la fase di beta, sono state discusse molte delle novità del motore di rendering e sono stati apportati un certo numero di cambiamenti e prese alcune decisioni importanti (le analizza un utile documento riassuntivo; mentre un’altrettanto utile tabella indica i selettori Css supportati). Attualmente, dunque, Internet Explorer 8 supera il test Acid 2, a differenza di Explorer 7. Ma non passa l’Acid 3 (o meglio, ne passa solo un misero 20%), a differenza di… Safari 4 (in beta). O meglio del motore Webkit, montato per ora su quel browser e utilizzabile anche, per esempio, da Epiphany per Linux (come installarlo). Firefox 3 ne passa solo il 71%. Ma a differenza dell’Acid2, il 3 si occupa maggiormente delle nuove tecnologie dinamiche sul lato client (EcmaScript e DOM) e di un set di miglioramenti provenienti dai Css3.
I problemi maggiori infatti paiono venire, per Internet Explorer 8, proprio nell’implementazione di alcune framework Javascript. In particolare Prototype, molto usato nelle applicazioni Ruby On Rails, non pare ben supportato dal browser, forse anche per un ritardo nell’aggiornamento degli sviluppatori di Prototype rispetto ad altri framework molto diffusi.
Standard mode e compatibilità
Una delle decisioni più importanti prese durante la fase beta per Internet Explorer 8, però, è stata quella di farlo funzionare da subito nel nuovo “standard mode”. Il problema è questo: il migliorato supporto ai Css può far sì che pagine ottimizzate per la resa in standard mode in Internet Explorer 7, abbiano una resa diversa in Internet Explorer 8. Dunque Explorer 8 offre la possibilità al navigatore di “riparare” la pagina se incontra questo problema. Cliccando su un bottoncino nella barra degli indirizzi, la pagina viene mostrata emulando lo standard mode di Explorer 7.
La funzionalità è un po’ controintuitiva. Non si tratta del quirk mode (doctype switching). Le pagine che funzionano in quirk mode non hanno bisogno della correzione: continueranno a essere visualizzate con il quirk mode. Il problema riguarda solo le pagine che usano il doctype in modo da attivare lo standard mode. Insomma, è un po’ la stessa storia del quirk mode (il vecchio modo di interpetare i Css secondo Internet Explorer), ma applicata allo standard mode, che così si “sdoppia”, per effetto dei progressivi miglioramenti apportati. La questione era stata introdotta già su Alistapart, ma allora gli sviluppatori volevano far funzionare Internet Explorer 8 in modalità retrocompatibile di default, relativamente allo standard mode, e lasciare agli autori di pagine l’onere di specificare eventualmente il contrario. Come? Inserendo un meta tag nel codice che dicesse al browser di attivare la modalità di rendering più recente, più standard:
<meta http-equiv=”X-UA-Compatible” content=”IE=8″ />
Fortunatamente, dalla discussione che ne è seguita, si è optato per l’inverso: in assenza di indicazioni, le pagine standard si comporteranno secondo il nuovo motore di rendering standard, mentre, solo se verrà specificato nel codice questo metatag:
<meta http-equiv=”X-UA-Compatible” content=”IE=EmulateIE7″ />
In questo caso la pagina verrà emulata secondo il motore di rendering di Internet Explorer 7. È possibile anche usare un’intestazione http del server che valga per tutte le pagine del sito, invece di modificare ogni singola pagina: X-UA-Compatible: IE=EmulateIE7. Occhio che la simulazione di Internet Explorer 7 non è esatta (il passaggio alla compatibility view può persino rovinare una pagina che invece si vedeva correttamente) e non va usata dunque – come tutti abbiamo per un attimo sperato – come metodo per un’emulazione rapida di Explorer 7. Qualche dettaglio in proposito è disponibile sul blog degli sviluppatori. Per simulare più versioni del browser la soluzione ufficiale di Microsoft è di usare differenti Virtual Pc.
Cambia poco
In conclusione, Microsoft pare prendere finalmente sul serio il miglioramento del proprio browser nonché gli standard aperti. Un cambio di rotta significativo. Questo però rischia di non cambiare molto, almeno a breve, il modo in cui si costruiscono le pagine web. Infatti se si guarda al futuro, novità significative nelle tecniche Css 2.1 non ce ne sono più da anni: tutte le novità riguardano l’implementazione di moduli di Css 3, che sono ancora non supportate da una percentuale significativa di browser attorno al mondo. Su questo, Internet Explorer 8 non segna un passo avanti: solo il supporto di proprietà minori e alcuni metodi per selettori. Per implementare alcune tecniche più avanzate (cosmetiche come bordi arrotondati,ombreggiature e immagini di background multiple, o sostanziali come i layout tabellari con i Css) bisognerà ancora far uso di metodi proprietari per accomodare la famiglia Explorer.
Anche il supporto a Html 5, ormai a un livello crescente in tutti i browser, è parziale in Internet Explorer 8. Sono supportati alcuni moduli, ma non canvas e canvas Api. È una release da salutare certo con soddisfazione. Ma più per colmare alcune lacune storiche che per aprire nuovi scenari nei metodi di costruzione delle pagine. Per i web designer, in definitiva, non cambia davvero molto.