Il 18 aprile scorso avevo chiesto trattatemi da criminale. Ora vorrei concentrarmi su un aspetto specifico della questione: l’evasione fiscale.
Si diceva otto giorni fa che la malavita utilizza le tecnologie più avanzate e che la motivazione classica delle autorità per non stare al passo sono i costi alti; motivazione che suona sempre più debole man mano che si entra nel mondo digitale, dove i costi di accesso e di fruizione continuano a ridursi ed esistono realtà come il crowdsourcing o il software libero.
Evasione fiscale, dunque: ecco che cosa ha messo a punto l’amministrazione Obama negli Stati Uniti in accordo a una promessa fatta:
In his 2011 State of the Union Address, President Obama promised that, for the first time ever, American taxpayers would be able to go online and see exactly how their federal tax dollars are spent.
(l’estratto della pagina scorre lateralmente per consentire la visione completa e il modulo è funzionante).
Nei giorni in cui si parla dei costi della politica e dell’efficienza della pubblica amministrazione, mi piacerebbe poter sapere in una manciata di secondi dove vanno a finire i miei soldi, in quantità e in percentuale.
Mi piacerebbe avere cinque profili semplici di dichiarazione, che non lasciano spazio a equivoci e semplificano le operazioni.
Suppongo che forse anche qualche evasore, di fronte a una presentazione dettagliata di dove andrebbero i propri soldi, potrebbe convertirsi. Speranza vana? Può darsi. Intanto la trasparenza e la chiarezza farebbero un gran bene, al fisco, ai cittadini, a tutti.
Quanto dovremo attendere prima di vedere una pagina così sul sito dell’Agenzia delle entrate? E quanto costa negli Stati Uniti, e quanto invece in Italia?