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Transmeta lancia Midori Linux e Rebel Code fa la storia dell’open source

19 Marzo 2001

Transmeta lancia Midori Linux e Rebel Code fa la storia dell’open source

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Il produttore di chip ha rilasciato una propria versione del sistema operativo GNU/Linux, mentre il giornalista inglese Glyn Moody ripercorre in dettaglio la storia dei movimenti open source e free software

Due le uscite recenti e interessanti da segnalare questa settimana in ambito open source e Linux. Transmeta, nota per il lancio del chip supereconomico Crusoe oltre che come datore di lavoro di Linus Torvalds, ha rilasciato una propria versione del sistema operativo GNU/Linux specificamente progettata per dispositivi mobili e Internet appliance. Apparecchi che si sposano egregiamente proprio col suddetto Crusoe, oltre che rappresentare la punta di diamante del promettente futuro assegnato ai sistemi “embedded” di Linux. L’altro prodotto invece è un più tradizionale volume cartaceo, “Rebel Code”, apparso ora anche negli Stati Uniti dopo l’originale pubblicazione un paio di mesi addietro in UK. Il giornalista inglese Glyn Moody ripercorre in dettaglio la storia dei movimenti open source e free software, basandosi in particolare sulla viva voce dei protagonisti tramite numerose interviste, da Torvalds ancora in Finlandia al guru Richard Stallman. Stimolante documento che offre uno spaccato visto dal di dentro sulla comunità globale di quei programmatori che hanno incarnato la rivoluzione open source.

Schietta umiltà: questa la qualità che l’autore del libro ha riscontrato praticamente in tutti i top hacker intervistati. “Vogliono genuinamente aiutare prossimo,” spiega Glyn Moody, suggerendo come proprio in questa caratteristica risieda gran parte del successo del movimento. Caratteristica, va aggiunto, quasi del tutto sconosciuta nel mondo dell’informatica commerciale e dell’industria high-tech. Come conferma dalle pagine del libro anche l’allora semisconosciuto Linus Torvalds, trovatosi a tu per tu con il giornalista in un albergo di Helsinki nel dicembre del 1996, poche ore dopo la nascita della prima figlia e sul punto di salpare per la California. Circostanze decisamente particolari, che non hanno però impedito al padre di Linux di confessarsi candidamente sull’avanzata gestazione della sua creatura.

Collaborando al mensile Wired UK, Moody aveva proposto all’editor un succoso articolo sul fenomeno in avanscoperta Linux e ci aveva lavorato per mesi, finendo poi per trovarsi di fronte alla rapida chiusura della rivista. Dopo altre lungaggini il pezzo venne, infine, pubblicato dalla casa madre statunitense, su Wired dell’agosto 1997. L’ottima impressione suscitata spinse gradatamente Moody verso la realizzazione di un’indagine ben più corposa da riversare in un volume; le insistenze prima di Perseus Books a Boston e poi di Pengiun Publishing in patria gli diedero la spinta finale. Il bello è che quest’ultima casa editrice, riprendendo anche qui uno stile open source poco consono al mondo editoriale, ha deciso di offrire liberamente online i primi tre capitoli dell’opera. E in futuro potrebbe anche estendere l’opzione alla versione integrale, come spera e vorrebbe lo stesso autore. Il quale, pur a fronte di alcune recenti cadute e critiche varie, rimane comunque assai ottimista sul futuro dell’open source e del relativo movimento socioculturale oltre che tecnico. Un movimento che, conclude Moody, sembra “sorgere dall’urgenza umana a creare, per cui credo avremo sempre degli hacker che produrranno del codice, così come ci sarà sempre qualcuno che scriverà musica o poesia.”

Un’attitudine che calza a pennello con l’attività di ieri e di oggi di Mr. Torvalds, ancora alla ribalta della cronaca (pur se indirettamente) per via dell’ultima uscita della sua azienda, Transmeta. La quale ha appena diffuso Midori (“verde” in giapponese) Linux sotto la General Public License del progetto GNU e con annesso forum online su SourceForge per coordinarne ogni successivo sviluppo. Qualche controversia sembra nascere dal fatto che Torvalds, il quale mantiene l’ultima parola sulle nuove versioni del kernel Linux, abbia finora deciso di non collaborare con nessuno dei distributori attivi. Una giusta posizione di neutralità che però ora potrebbe risultare inficiata dalla mossa di Trasmeta. Non è che adesso, si chiede qualcuno, la società potrà far pendere la bilancia verso l’implementazione nel kernel di opzioni più consone alla propria attività? Ciò va ad aggiungersi a qualche critica ricevuta per la scarsa attenzione prestata a certe caratteristiche richieste a gran voce da grossi produttori pro-Linux (in particolare nell’ambito dei multi-processori e della gestione di grandi database).

Gli esperti gettano però acqua sul fuoco. Stacy Quandt, analista presso Giga Information Group, ritiene poco concreto un pur possibile conflitto d’interesse. “Torvalds non si è affatto concentrato soltanto sui sistemi embedded, Linux viene usato in molti settori e lui si dimostra ricettivo con tutti.” Allo stesso modo Transmeta non viene considerata unicamente in quanto produttore di chip per apparecchi mobili, mirando non poco anche al mercato dei server. Altri aggiungono anzi che Midori Linux potrebbe guadagnare spazio nuovamente nei confronti del gigante di Redmond, attirando quei produttori che non vogliono continuare a pagare il “dazio Microsoft” anche in portatili e palmari. Non a caso il nuovo sistema di Transmeta viene visto concorrenziale innanzitutto ai leader del settore, il Pocket PC di Microsoft e il PalmOS, ben più e prima che alla miriade di altri sistemi open source (Pocket Linux, Embedix di Lineo, Hard Hat Linux di MontaVista Software). In ogni caso, Midori Linux si dimostra molto compatto e consuma poca energia, è compatibile con svariati chip ed è in grado di far girare l’intera gamma di software Linux in circolazione con interfaccia grafico basata sul popolare sistema X-11 Windowing. In presentazione ufficiale al prossimo CeBit 2001, Midori Linux promette bene per un’ampia varietà di piccoli device, dai webpad a PDA e player MP3.

Ottime speranze per il futuro, quindi, condite da buoni squarci sui pilastri del passato open source.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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