Proprio nei giorni in cui si annunciano riorganizzazioni in casa Fiat, la città dell’auto rilancia e guarda avanti mettendo le firme su un patto per la promozione dell’ICT subalpino progettato ed elaborato in seguito ad un’analisi del mercato condotta nei mesi passati. Si sono seduti intorno a un tavolo, nella Bolla del Lingotto disegnata da Renzo Piano, pezzi da novanta del mondo dell’impresa e delle istituzioni per promuovere a Torino un distretto di ricerca ed imprenditorialità tecnologica di eccellenza europea nel campo del ICT, concentrato sulle tecnologie del wireless.
Il Ministro Moratti, il Comune, la Provincia, la Regione e la Camera di Commercio, il Politecnico, l’Università, le Fondazioni bancarie, l’unione industriale, ma anche la Fiat, Telecom Italia, STMicroelectronics, Alenia, Motorola. Questi sono i principali sottoscriventi del patto che mette sul tavolo un investimento iniziale di cinquanta miliardi che arriva direttamente dal Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca. Research and Development, accelerazione delle idee innovative e marketing del distretto, fondo di venture capital per investimenti seed e early stage sono le azioni previste nei prossimi cinque anni per un complessivo investimento pubblico privato di circa 250 miliardi.
Il progetto prevede una Silicon Valley nel torinese, in un raggio di 60-90 km che comprenda tutte le eccellenze del territorio (da Torino a Ivrea) che possono essere messe a sistema. Come ha affermato il Sindaco di Torino “il settore dell’ICT ha un bacino di attori già forti e lo strumento che definiamo oggi intende sostenere e accelerare un sistema diffuso di imprenditorialità, conoscenza e formazione che proietta la città a livello internazionale e la prepara, tra le altre cose, ad accogliere le esigenze tecnologiche che si profileranno da qui al 2006 per la gestione e anche per la fruizione dei Giochi Olimpici Invernali”. Nell’ambito dell’organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2006 gli investimenti in tecnologia saranno tra l’altro nell’ordine delle centinaia di miliardi per la realizzazione di infrastrutture in grado di supportare in maniera avanzata la gestione dei Giochi, ma anche di rispondere a modalità innovative di visione dello spettacolo sportivo.
Oggi il distretto tecnologico torinese conta il 15% dei ricercatori ICT italiani, imprese di livello internazionali tra cui Alenia, CRF, Tilabs, Motorola, un Politecnico di alta specializzazione tecnologica. Nel patto si parla di wireless ad ampio raggio e cioè della ricerca e produzione legata a diversi settori di applicazione: automotive, aerospazio, banking, computer, design, elettronica consumer, pubblica amministrazione.
L’obiettivo è la nascita di altre 50 imprese innovative nei prossimi cinque anni e intanto c’è chi su Torino comincia a scommettere da subito: Colt rilancia gli investimenti a Torino, così Motorola.
Vitaminic, nata a Torino ma operante in dieci paesi tra cui gli Stati Uniti, ha fatto un po’ di calcoli e di analisi per individuare la sede più competitiva per raccogliere in un unico luogo i propri server sparsi in varie parti del mondo. Se nel 1999 quando nasceva Vitaminic non c’erano strutture adeguate in Italia per appoggiarla tecnologicamente e si scelse di localizzare i server negli Stati Uniti, oggi la soluzione più vantaggiosa e più competitiva è risultata Torino grazie all’elevato livello tecnologico delle infrastrutture di servizio presenti sul territorio. E così il data center dell’azienda leader europea nel settore della distribuzione della musica digitale torna consistentemente a Torino con il suo catalogo di 86mila artisti.