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Ti serve proprio una business school?

22 Maggio 2023

Ti serve proprio una business school?

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Impegnarsi con una business school per oltre 100 mila euro reali, per studi nel 75% dei casi non eccellenti, è una buona idea?

Spunti per pensare a un MBA in 30 giorni più che l’iscrizione a una business school:

  1. Che cos’è un MBA.
  2. Che cosa si impara in un MBA.
  3. Perché dovresti (non) iscriverti a una business school
  4. Come si studia la storia dell’impresa nelle business school
  5. Dove trovare risorse spesso gratuite da seguire sulla Business Administration.

1. Che cos’è un MBA

Parlare di Master in Business Administration (MBA) è parlare di business school. Determinare quale sia la migliore al mondo è, come ogni cosa negli affari, compito assai controverso. Di solito tale riconoscimento viene attribuito alla École Spéciale de Commerce et d’Industrie (oggi ESCP Europe), fondata a Parigi nel dicembre del 1819 con, come docente di economia, Jean-Baptist Say, la persona che coniò il termine imprenditore.

La Wharton School of the University of Pennsylvania è considerata la migliore negli Stati Uniti, fondata nel 1881 da Joseph Wharton, un imprenditore autodidatta. Minatore, fece fortuna grazie all’American Nickel Company e alla Bethlehem Steel Corporation, diventando a sua volta uno dei primissimi casi di studio del settore. La scuola ha la propria sede in un campus universitario a Philadelphia.

Fu solo nel 1900 che la Tuck School of Business, nel Dartmouth College, iniziò a conferire diplomi avanzati in management. Nel 1908, poi, aprì la Harvard Business School, con 15 docenti e circa 80 studenti, e due anni dopo avviò un corso per un master in management. Nel 1922 Harvard aveva un programma pioneristico per un dottorato di ricerca sulle metodologie di business.

Il Regno Unito entrò tardi nel settore delle business school. L’Administrative Staff College di Henley (oggi Henley Business School), fondato nel 1945 come equivalente civile del Military Staff College, era una business school a tutti gli effetti, eccetto che per il nome. Ci volle all’incirca un altro decennio prima che tra politici e dirigenti d’azienda declinasse la convinzione che le capacità di management fossero abilità ereditarie, una concezione supportata dalla forte concentrazione di imprese a conduzione famigliare. Le business school di Manchester (1965), Londra (1966) e Cranfield (1968) fecero da leader in un contesto che oggi si è molto ampliato.

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2. Che cosa si impara in un MBA

Le business school hanno cercato di complicare e intellettualizzare gli argomenti economici, ma in pratica tutto si può ridurre a una dozzina di aree disciplinari, ciascuna con le proprie componenti. Le discipline forniscono gli strumenti con cui è possibile analizzare una situazione aziendale in modo efficace, a partire sia dalle informazioni interne rilevanti per il business sia dal contesto generale, per arrivare in fondo alla decisione di quali azioni intraprendere.

Le discipline MBA

L’oggetto di un corso MBA comprende all’incirca una dozzina di discipline fondamentali. Molte business school escludono alcuni temi vitali che, pur parte di queste discipline, vengono considerati troppo pratici, troppo poco attrattivi dalla prospettiva della ricerca o della carriera, o più che altro abilità pratiche e non discipline accademiche. Un ottimo esempio è la vendita, che naturalmente rientra nel contesto del marketing ma, con grande sorpresa degli studenti MBA, spesso non compare nei programmi.

Leggi anche: Scrivere un business plan efficace fa la differenza

Sono migliaia i docenti di marketing, distribuzione e logistica, ricerche di mercato, pubblicità, marketing industriale, comunicazione strategica e ogni sottosezione del marketing, ma non ci sono docenti di vendita. Eppure la maggior parte dei datori di lavoro, e anche degli studenti, credono che il valore del loro MBA sarebbe maggiore se includesse un solido insegnamento su vendita e gestione delle vendite.

Alcune business school escludono la formazione del personale, la responsabilità e l’etica sociale, l’imprenditorialità, la pianificazione aziendale o persino i metodi di analisi quantitativi. Quasi tutte non affrontano la storia del business – argomento fondamentale ad Harvard – e il diritto societario – essenziale in tutte le scuole d’eccellenza.

Analisi quantitativa e qualitativa

È qui che tutto ha avuto inizio. Frederick Winslow Taylor, autore di The Principles of Scientific Management (L’organizzazione scientifica del lavoro, 1911), decise di misurare ogni singolo compito e stabilire un sistema di lavoro. Fu la prima persona a poter scrivere sul proprio biglietto da visita Consulente d’azienda, nonché il pioniere della scuola del capire i fatti. È da qui che partirono molte business school: la Cranfield School of Management venne fondata a partire da un Work Study Department, a sua volta parte di una School of Production.

Comportamento organizzativo

Organizzare, ispirare, motivare, premiare e gestire individui e team è la sfida costante delle società che crescono e si sviluppano. Spesso le persone sono il vantaggio determinante che permette alle aziende di tener testa ai propri concorrenti.

Contabilità

Si tratta delle basi per raccogliere e interpretare dati finanziari grezzi, dalla contabilità in partita doppia alla realizzazione dei principali documenti contabili: conto economico (o utili e perdite), flusso di cassa e stato patrimoniale. Si procede poi con i concetti e le regole base della contabilità, la revisione dei conti e gli strumenti richiesti per valutare la salute e le prestazioni di una determinata situazione finanziaria.

Crescita personale (e formazione continua)

Le tecniche per migliorare le prospettive di carriera sono sempre più importanti nei curricula degli MBA. Questo non sorprende, dato che il successo nell’acquisizione delle competenze MBA è misurato, per lo meno in parte, dall’incremento del salario e dal miglioramento delle prospettive di lavoro e soddisfazione. Le business school offrono alcuni di questi insegnamenti durante i loro corsi, ma molti ne trattano negli insegnamenti che vengono proposti successivamente. Questo settore è tale da dover essere riaggiornato con costanza e in questo libro viene affrontato attraverso link che rimandano agli insegnamenti forniti dalle singole business school.

Diritto societario

Dalla proprietà intellettuale, al diritto del lavoro e alle strutture legali, fino alle leggi che regolano i contratti e la corporate governance, le aziende sono vincolate nelle loro azioni da norme locali e internazionali.

Economia

Negli anni Novanta del Novecento si era diffusa l’idea secondo cui la globalizzazione e la tecnologia avrebbero tenuto sotto controllo l’inflazione e mantenuto i prezzi così bassi che i consumatori avrebbero continuato a consumare. Si annunciava la morte del concetto di ciclo economico, insieme alla nascita di quello di lungo boom. Oggi quelle stesse forze, globalizzazione e tecnologia, sono considerate responsabili della creazione di un contesto più volatile, con più violente oscillazioni economiche. Per un manager, la comprensione di elementi di macro e di microeconomia è essenziale per dare un senso del contesto nel quale si muove la propria attività.

Etica e responsabilità sociale

Uno degli obiettivi primari del business è rendere il mondo un posto migliore. Fino a poco tempo fa si trattava di qualcosa di cui i magnati arrivavano a occuparsi dopo aver trascorso la vita a causare disastri petroliferi, deforestazione e, in generale, a inquinare il pianeta. Di certo, Exxon non può risolvere i problemi energetici del mondo e Walmart e Nike non possono mettere fine alla povertà che affligge 250 milioni di bambini lavoratori e le loro famiglie, ma alle aziende viene richiesto sempre più spesso di attenersi a linee guida e di prendere parte in un dibattito su moralità e responsabilità. Monsanto non può decidere da sola se le colture geneticamente modificate siano sicure o desiderabili, mentre cellule staminali e clonazione non sono argomenti sui quali si possa lasciare che l’industria definisca da sé i propri limiti. Chi lavora in questi settori, invece, deve far riferimento a un contesto che va al di là dei propri azionisti e delle proprie carriere.

Finanza

La finanza copre le questioni vitali, a partire da dove un’azienda ottiene i fondi fino a rischi e responsabilità associate a queste fonti di denaro. Debito, azioni, bond, obbligazioni, offerte pubbliche iniziali, private equity e business angel sono tutti termini che compongono il vocabolario di questo settore, così come la valutazione delle decisioni sull’investimento di capitale.

Imprenditorialità

Fino ai tardi anni Ottanta del Novecento l’imprenditorialità era confinata in un paio di paragrafi nei libri di economia. La scoperta di David Birch, un ricercatore negli Stati Uniti, secondo cui imprese piccole e nuove rappresentano oltre l’80 percento dei nuovi posti di lavoro, ha portato l’imprenditorialità dall’essere una nota a piè di pagina al rappresentare una disciplina fondamentale sia per i potenziali imprenditori sia per i decisori politici.

Nel 2015 una ricerca sull’imprenditorialità realizzata congiuntamente dal Department of Twin Research and Genetic Epidemiology del Kings College di Londra e dal Department of Entrepreneurial Studies della Case Western Reserve University in Ohio ha dato questi risultati:

  • dal 37 al 48 percento della tendenza ad essere imprenditori è genetica;
  • la tendenza a identificare nuove opportunità di business è nei tuoi geni;
  • i tratti della personalità, come quelli che rendono estroversi e aperti agli altri, caratteristiche importanti per gli imprenditori, hanno una componente genetica.

Insegnamenti facoltativi

Tutti i programmi MBA richiedono di scegliere tra corsi facoltativi. La London Business School, per esempio, afferma: Ti viene richiesto di completare da sei a otto corsi facoltativi scelti nell’ampio e vario portfolio di quelli messi a disposizione dalla scuola. Il numero di insegnamenti facoltativi cambia da scuola a scuola. La Wharton ne offre 200, sostenendo di averne il maggior numero paragonato a tutte le altre business school. Lo scopo del proporre insegnamenti facoltativi è quello di fornire una certa flessibilità alla scelta degli studenti, per permettere alla scuola di rispondere con rapidità a temi di attualità e dare agli accademici un veicolo attraverso cui proporre le proprie aree di ricerca.

Marketing

Il volto pubblico di un’azienda è quello che si rivolge ai suoi clienti, e il suo successo o fallimento vengono misurati a seconda delle sue performance sul mercato. I mercati devono essere indentificati, bisogna avere acceso gli attributi del prodotto, comprendere i competitor e sviluppare messaggi pubblicitari che raggiungano i mercati a cui ci si vuole indirizzare. Il marketing è forse la disciplina, tra tutte, che vede il maggior numero di strumenti di business mal compresi e male applicati.

Operazioni

È la disciplina che riguarda come prodotti e servizi vengono preparati per il mercato (produzione), consegnati o forniti, e il management information system (o sistema informativo gestionale) progettato per valutare le loro performance.

Storia del business

Si tratta di una breve rassegna dei processi che hanno portato alla creazione delle tipologie di imprese commerciali odierne, mostrandone la nascita, lo sviluppo e l’importanza. Il tema principale è lo sviluppo dell’industria moderna dall’Ottocento, ma anche le norme sul commercio e le organizzazioni produttive di Babilonia, così come le attività dei mercanti medievali, sono rilevanti per comprendere da dove derivi il contesto economico attuale. Il mantra qui è: Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo.

Strategia d’impresa

È la disciplina unificante, spesso chiamata anche business strategy. Ha a che fare col raggiungere lo scopo fondamentale di un’impresa e sul come si dovrebbe rispondere alle sfide o a un contesto in rapida mutazione. È incentrata non solo sul come si elabori una strategia, per esempio utilizzando il modello delle cinque forze di Porter, ma sul riconoscere anche che nessuna organizzazione può essere davvero grande in assenza di obiettivi, di valori e di uno scopo condivisi, ossia una visione condivisa del futuro dell’impresa.

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3. Perché dovresti (non) iscriverti a una business school

Esistono oggi oltre 10 mila università che, in tutto il globo, offrono dei corsi MBA, ossia Master in Business Administration. Nel complesso, più di mezzo milione di persone si candidano per i loro corsi. Il Graduate Management Admissions Council (GMAC), in un’indagine pubblicata nel novembre del 2021, che aveva interessato circa 650 di queste istituzioni, dimostrò che, dopo un lieve calo nel 2019, le candidature avevano ricominciato a crescere. Il loro sondaggio su 6.594 potenziali candidati mostrava poi come l’82 percento credesse che le competenze acquisite durante l’MBA lo avrebbe aiutato a emergere nel suo lavoro. Lo studio del GMAC sostenne, tuttavia, che il costo del programma di studi continua ad avere una grossa rilevanza per i candidati, dato che il 42 percento di loro sostengono che i prezzi di un MBA siano eccessivi rispetto al suo valore.

È probabile che ci sia una certa saggezza nella cautela dei potenziali studenti. Sembra improbabile, invece, che la qualità dell’istruzione offerta da molte business school sia andata crescendo di pari passo con l’aumento del loro numero. La Business Graduates Association condusse nel 2020 il suo maggior sondaggio online tra i propri membri, 49 mila studenti e laureati MBA in oltre 150 Paesi. Scoprirono che solo il 25 percento di loro pensava che gli insegnamenti impartiti nel proprio corso MBA fossero eccellenti, e un misero 32 percento sostenne che il proprio MBA avesse rappresentato un buon investimento. In proporzioni simili, valutavano gli insegnamenti e il corso come abbastanza buono. Le migliori business school, insomma, sono molto buone, ma la loro cerchia comprende soltanto un centinaio circa di scuole nel mondo.

In discussione, qui, non è se abbia valore o meno la conoscenza che si guadagna nel frequentare un MBA, ma se acquisirla all’interno di un programma di studi tradizionale in una business school rappresenti un buon investimento per il tuo denaro. Poco meno della metà di coloro che stavano valutando di iscriversi a un MBA nel 2019 prendevano in considerazione un programma di studi online; la percentuale è salita a oltre l’80 percento nel 2020, con gli studenti che puntavano a dimezzare i costi del corso e, intanto, a continuare a lavorare e a mantenere il proprio stipendio. Sebbene molti corsi online siano in effetti flessibili, molti altri non lo sono. Le scuole più costose di solito offrono corsi in simultanea, in videoconferenza. In questo caso, gli studenti possono interagire dal vivo con il professore e con gli altri studenti in una lezione online: il rovescio della medaglia è che sono obbligati ad attenersi a calendari e orari, il che potrebbe non adattarsi ai loro impegni di lavoro.

Uno studio del GMAC ha elencato i tre tipici obiettivi di chi vorrebbe accedere a un corso MBA, e cioè:

  • restare sul mercato (essere competitivo);
  • sviluppare competenze di management e abilità tecniche;
  • migliorare sul lungo termine i profitti e la stabilità finanziaria.

Per raggiungere questi obiettivi di certo non serve spendere una fortuna in tempo o denaro, un fatto che viene tacitamente riconosciuto dalla London School of Economics and Political Science, senza dubbio un’istituzione prestigiosa. Il loro MBA Essentials Online Certificate Course punta a permettere di acquisire una serie di abilità fondamentali in senso strategico, manageriale e di leadership. Si tratta di un corso online di 10 settimane e 10 moduli che, una volta completato, vale una certificazione. Sembra davvero un corso valido, eppure costava, nel 2022, 3.250 sterline.

Non esiste alcun aspetto degli insegnamenti delle business school e, in effetti, non c’è nessun professore di livello mondiale che tu non possa seguire anche gratuitamente. Quello che ti serve, tuttavia, è forza di volontà!

Usare questo libro

Se decidi invece, come la maggior parte degli studenti di economia, che frequentare una business school non sia per te il modo migliore di acquisire le abilità fornite da un MBA, o che non sia la scelta migliore in questo momento in ragione del prezzo, degli orari o della tua convenienza, allora puoi ripiegare sulle tue risorse. Ricorda che per ogni manager o dirigente con un MBA ne esistono oltre 200 che non hanno un titolo del genere, e spesso le loro conoscenze sono solo quelle che hanno acquisito grazie alla propria disciplina personale.

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4. Come si studia la storia dell’impresa nelle business school

Se avessi preso il tuo MBA prima del 2000, a meno di averlo fatto nella ristretta dozzina delle migliori business school, è improbabile che avresti trovato tra i tuoi corsi la storia dell’impresa. L’argomento, tuttavia, sta rapidamente diventando mainstream e anche i nuovi corsi se ne stanno occupando. La Reading Business School, per esempio, istituì il suo Center for International Business History (CIBH) nel 1997, Cardiff ha istituito un Accounting and Business History Research Group (ABHRG) e il Center for Business History della Copenhagen Business School, nato nel 1999, è coinvolto in uno studio a lungo termine sulla natura e le conseguenze delle crisi bancarie. Nei prossimi anni si dovrebbe produrre molto materiale su cui lavorare!

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Le conoscenze, gli strumenti e le tecniche necessarie per muoversi nel mercato globale, aggiornarsi sulle tendenze più recenti, cogliere nuove opportunità e eccellere nel mondo del business.

La storia dell’impresa insegnata nelle business school non ha un corpo standardizzato di nozioni come, per esempio, lo hanno la contabilità, il marketing o il comportamento organizzativo. Sarebbe impossibile studiare la contabilità senza occuparsi dei principi alla base dei maggiori indici finanziari e di come interpretare le informazioni finanziarie, anche se vi sono alcuni temi discrezionali di specializzazione, come l’analisi finanziaria di fusioni, acquisizioni e di altre complesse ristrutturazioni aziendali che viene insegnata alla London Business School, o l’approfondimento sul crimine finanziario offerto alla Cass Business School. I programmi di contabilità di base, però, sono quasi identici in tutte le business school, anche se il metodo di insegnamento potrebbe non esserlo.

La storia è insegnata a scuola e all’università per epoche o temi: i Tudor, il Rinascimento, il mondo europeo. In uno dei principali dipartimenti universitari di storia del Regno Unito non è trattato granché quello che accadde dopo il 1720, mentre il programma della Harvard Business School guarda ben poco a quanto avvenne prima del 1820! A Copenaghen gli studenti MBA possono avere conoscenza approfondita delle banche norvegesi, svedesi e danesi negli anni tra le due guerre mondiali, e non sentirsi mai accennare di rivoluzione industriale, di mercantilismo o dello sviluppo delle grandi dinastie aziendali. Il punto è che il tema è troppo vasto per essere affrontato per intero, quindi va limitato. Così la storia dell’impresa è trattata in modo eclettico e gli MBA che si scambiassero gli appunti su quanto studiato potrebbero trovare ben pochi punti in comune.

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5. Dove trovare risorse spesso gratuite da seguire sulla Business Administration

Sui siti delle business school e di formazione online si trovano lezioni attuali e rilevanti, conferenze, presentazioni o discussioni, tutte in inglese. Con poche eccezioni, sono tutte gratuite e realizzate da docenti delle più importanti business school. Alcuni dei materiali messi a disposizione dalle business school seguono un intero corso arrivando fino a 20 lezioni, e possono includere tutto quello che ti sarebbe offerto se frequentassi in classe di persona: note dell’insegnante, dispense e forum di discussione con i più recenti strumenti di insegnamento peer-to-peer.

La maggior parte delle conferenze sono disponibili in ogni momento, ma alcuni dei corsi vengono realizzati periodicamente, anche quattro volte all’anno. Alcuni corsi ti permetteranno di acquisire un certificato, che puoi aggiungere al profilo LinkedIn, ma ti puoi anche limitare ad ascoltare le lezioni. Queste si tengono di solito in una classe virtuale aperta a tutti, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

I corsi spesso vengono forniti su una delle principali piattaforme MOOC (Massive Open Online Courses): sono gratuiti per tutti; alcuni hanno un costo per chi voglia acquisire una certificazione, ma si possono frequentare gratis.

Coursera

Fondata a Stanford nel 2012, Coursera ha la missione di fornire accesso universale alla migliore istruzione al mondo. Sono una piattaforma istruttiva partner delle migliori università e istituzioni planetarie, che offre corsi online liberi a tutti e gratuiti. Sono oltre cento le università che tengono lezioni e corsi, e tra queste ci sono Stanford, IE Business School, Yale, Princeton, Northwestern, Rutgers, Duke, Copenaghen, Tokyo, Columbia Bocconi ed HEC Paris.

EdX

EdX fu fondata dal Massachusetts Institute of Technology e dalla Harvard University nel maggio 2012. Vengono offerti oltre 400 corsi da università come MIT, Harvard, Berkeley, Caltech, Georgetown, la Sorbonne, Peking, IIT Bombay, Rice, Kyoto, Columbia, Australian National e Cornell. L’obiettivo di EdX è offrire i corsi della più alta qualità tenuti da istituzioni che condividono il nostro impegno a favore dell’eccellenza nell’insegnamento e nella formazione.

MERLOT

La Multimedia Educational Resource for Learning and Online Teaching (MERLOT) fu avviata nel 1997 dal California State University Center for Distributed Learning. I suoi 4.500 membri hanno messo a disposizione circa 100 mila risorse gratuite per l’apprendimento online.

Puoi decidere se fare una ricerca in ciascuna di queste MOOC o accorciare i tempi andando su Class Central. Questo sito aggrega i corsi di oltre 1.000 università, 50 provider e 600 altre istituzioni così da aiutarti a trovare i migliori corsi gratuiti su quasi ogni argomento, ovunque siano.

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Questo articolo richiama contenuti da MBA in 30 giorni.

Immagine di apertura di Jonathan Francisca su Unsplash.

L'autore

  • Colin Barrow
    Colin Barrow ha ricoperto posizioni dirigenziali in numerose aziende e multinazionali. Ha tenuto conferenze e insegnato in Business School in tutto il mondo, dagli USA all'Australia, dall'Estremo Oriente all'Europa, ed è stato per dieci anni a capo dell'Enterprise Group alla Cranfield School of Management.

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