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The Daily, il giornale di Murdoch sulla tavoletta

23 Febbraio 2011

The Daily, il giornale di Murdoch sulla tavoletta

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L'informazione è un'applicazione, che si scarica ogni giorno sull'iPad (per ora soltanto negli Stati Uniti). Una scommessa tutta ancora da vincere

«Nuovi tempi richiedono un nuovo giornalismo» e la sfida è quella di «prendere il meglio del giornalismo tradizionale (consumare le suole e avere uno sguardo critico) e combinarlo con la tecnologia migliore, come le fotografie a 360 gradi». Con queste parole Rupert Murdoch ha presentato al Guggenheim di New York The Daily, il primo quotidiano concepito esclusivamente per l’iPad, il tablet della Apple. Secondo i creatori, si tratta di una grande occasione per cercare di reinventare il giornalismo, soprattutto alla luce dell’enorme successo dei tablet e, in particolare dell’iPad. Proprio il gadget di Apple, è centrale: «ci ha imposto di reinventare il nostro lavoro e io sono convinto che nei tablet ci sia spazio per un nuova voce, fresca e robusta», dichiara Murdoch.

Nuovo giornalismo?

The Daily, almeno nelle intenzioni, potrebbe segnare l’inizio di un nuovo giornalismo, in un epoca in cui, secondo Murdoch, gran parte dei consumatori di notizie sta perdendo l’abitudine alla lettura della carta stampata o all’utilizzo della tv. Il target, infatti, è «il sempre più ampio segmento della popolazione istruita e sofisticata, che non legge un quotidiano ma che allo stesso tempo usa i media. Gente che si aspetta contenuti tagliati su misura ai loro specifici interessi, consultabili ovunque e quando vogliono». The Daily è scaricabile dall’App Store americano (o direttamente sul sito) e l’accesso ai contenuti costa 99 centesimi a settimana oppure 39,99 dollari all’anno (solo 14 centesimi al giorno, quindi). Fino al 28 febbraio sarà possibile accedervi gratuitamente. Offre più di 100 pagine di contenuti digitali al giorno, gallerie fotografiche e video in alta definizione, realizzati appositamente per iPad (quindi con un ottimizzazione della risoluzione). Il tutto figlio di un investimento di 30 milioni di dollari e del lavoro di più di 100 giornalisti (molti dei quali ex blogger).

Un valore aggiunto del Daily, rispetto ad altre esperienze simili, è la possibilità di condividere gli articoli tramite Facebook e Twitter: «Le notizie non esistono nel vuoto: sono condivise, e la capacità di seguire i link è decisiva», ha affermato Jonathan Miller, direttore dell’area digitale di News Corp. A poche ore dal lancio dell’ultima creazione di Murdoch, hanno cominciato a circolare voci sul Daily piratato: voci che hanno dato luogo a giudizi affrettati su un sistema che in origine si definiva chiuso, ma che poi si è rivelato facilmente hackerabile. In realtà la questione merita una lettura più approfondita. Quel che è vero è che un giovane programmatore statunitense ha impiegato poco tempo per aggregare tutti gli articoli del quotidiano – già presenti sul web grazie all’opzione di condivisione online delle pagine – pubblicando The Daily: Indexed, la versione gratuita del quotidiano per iPad sfogliabile sul web.

Condivisione dei materiali

Come sostiene Mario Tedeschini, non si tratta di mera ingenuità dei suoi creatori, dietro c’è una scelta strategica ben ragionata, come dichiara lo stesso direttore Jesse Angelo. «Un giornale non è fatto solo dei lettori che pagano per averlo, ma anche (e prima di tutto) dall’influenza sociale che riesce a esprimere», scrive il giornalista. Per questo, l’obiettivo non è vendere esclusivamente la notizia, ma il prodotto nel suo complesso: vendere, in altri termini, una esperienza d’uso che, non solo altre app dei giornali per tablet non hanno, ma che è totalmente differente da quella offerta su web (che risulta molto più limitata e poco util). «E una delle caratteristiche specifiche di questa esperienza d’uso (oltre al ricchissimo corredo d’immagini) è appunto la possibilità di condivisione dei materiali», continua Tedeschini. Per il resto, i contenuti del Daily al momento non sembrano differenziarsi molto da quelli disponibili altrove: «Credo che avranno serie difficoltà se non troveranno una chiave per rendere più utili i contenuti lineari tradizionali. Ma se ci riuscissero sarebbe poi tanto male? Internet non è solo il web o solo il web libero, c’è spazio per tutti».

Intanto un primo segnale di allarme sembra arrivare proprio in questi giorni direttamente dal direttore. Jesse Angelo ha infatti inviato un memo ai suoi redattori invitandoli a migliorare i contenuti, cercando notizie esclusive senza limitarsi alla ricerca sul web e tramite agenzie, perché «sono le buone storie che faranno ritornare le persone al Daily». Ma al momento è solo possibile avanzare delle ipotesi sul reale significato del messaggio (e sull’eventuale retroscena). Anche Jacob Weisberg, presidente di Slate, critica pesantemente il Daily: «È soltanto una brutta versione di un giornale in formato elettronico costruita su un’idea molto accondiscente dell’audience», dice. I contenuti, inoltre, sembrerebbero banali e le notizie poco aggiornate: «È una selezione, non ha una relazione attiva con le notizie come ci aspettavamo. Non ci sono commenti, né social media, né collegamenti esterni».

Una scommessa

La domanda che in rete in molti si pongono è se, a fronte di un grosso investimento iniziale, News Corp riuscirà a sostenere i costi nel tempo e se in qualche modo i conti torneranno. Se da una parte il successo dei tablet è stato finora provato (solo l’iPad conta in poco più di un anno quasi 15 milioni di pezzi venduti e Murdoch prevede che si raggiungeranno 50 milioni di tablet entro il 2012), quel che lascia nel dubbio è se gli utenti saranno allo stesso modo predisposti ad acquistare applicazioni di informazione. «Abituato a internet, il pubblico ha molti modi per raggiungere le notizie gratuitamente», scrive Luca De Biase. «The Daily, in questo senso, offre un’indicazione strategica decisiva: i giornali non vendono notizie, ma un modo speciale per confezionarle».

Ciò che potenzialmente spinge il pubblico all’acquisto non sono quindi le informazioni, continua de Biase, «il prodotto in vendita è la chiave di lettura editoriale, la selezione significativa di notizie, il design unico». E poi aggiunge: «la scommessa di News Corp è che il tablet diventi un oggetto tanto comune da far emergere un genere di lettori che si divertono a leggere notizie più dense di emozione e gossip che di analisi approfondite». È ancora tutto da vedere. «La riuscita del Daily avrebbe un grande significato: un atteggiamento imprenditoriale coraggioso può ancora pagare nell’editoria del nuovo millennio».

Secondo Sarah Rotman Epps, analista di Forrester Research «anche se hai fatto un buon lavoro creando un’applicazione per la quale la gente è disposta a pagare, il successo arriverà a piccoli numeri. Credo ci sia bisogno di una visione di lungo periodo». È ancora presto, quindi, per esprimere dei giudizi: solo nei prossimi mesi si vedrà se le aspettative verranno confermate. Per ora, è meglio valutare con prudenza e aspettare di capire meglio i talenti e gli eventuali limiti della nuova testata.

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