Dai libri al web
I capitoli di questa parte hanno un obiettivo di tipo culturale: farti vedere come molti dei problemi dei nuovi media fossero già presenti secoli fa. Vedremo anche come la produzione di informazioni si sia accelerata con la diffusione di personal computer e Internet dando origine a specifiche attività professionali. Dalla comparazione internazionale emergono poi alcuni tratti caratteristici del caso italiano.
Forma e struttura dei primi libri
Uso del colore, immagine contornata da parole, evidenzazione di parti di testo: 1000 anni fa esisteva già la capacità di usare colore, testo e immagini per facilitare la lettura e la ricerca delle informazioni. Mille anni fa gli amanuensi sapevano definire bene il layout (disegno della pagina con indicazione della posizione del testo e delle immagini nella pagina). Oggi come allora il layout di pagina e l’immagine sono importanti per rendere la lettura gradevole.
Tuttavia la scrittura a mano e l’uso della pergamena si riflettevano sul costo dei codici.
Niente di strano se il loro numero cresceva lentamente: si stima oggi che nel 1450 vi fossero in Europa tra i 200.000 e i 300.000 codici (Braida 2000, p. 21).
Dopo due anni di lavoro, Gutenberg pubblica nel 1456 a Magonza (Germania) il primo libro a caratteri mobili: la Bibbia. Ne stampa 180 copie: un numero enorme per l’epoca. I libri si diffondono: tra il 1456 ed il 1500 ne sarebbero stati stampati tra 10 e 20 milioni (Braida 2000, p. 21).
Nella seconda metà del 1400 la stampa abbatte il costo della produzione dei testi ma non risolve il problema del colore: l’unica soluzione è colorare a mano il testo stampato. In compenso si guadagna in portabilità: le dimensioni dei libri a stampa sono ben più ridotte rispetto a quelle dei codici manoscritti.
Con Aldo Manuzio (1450-1514) la stampa fa un salto di qualità: a partire dal 1501 grazie a lui vengono introdotti l’uso del corsivo (italic), il formato in 8° (tascabili di 9 x 15 cm), la numerazione delle pagine e i primi cataloghi editoriali (Lowry 2000).
Già all’inizio del 1500 ci si rende conto che l’uso coerente della grafica (forma e colore del testo) non basta a facilitare la ricerca delle informazioni nel testo. Soprattutto in libri di piccolo formato (l’8° di cm. 9 x 15) che hanno sempre più pagine.
Malgrado l’assenza di dispositivi che facilitino il lavoro redazionale (tutto va fatto a mano) si incomincia a fare di più. Quasi come se si volesse compensare con l’aumento della strutturazione logica la perdita del colore. In realtà si cerca già di rendere gestibile una massa crescente di informazioni.
E così gli stampatori incominciano una ininterrotta serie di esperimenti per trovare i modi di comunicare meglio e facilitare l’accesso alle informazioni. Si introducono man mano gli elementi di navigazione di base del libro moderno:
- colophon
- intestazioni di pagina
- numerazione delle pagine
- indici per argomenti
- parole chiave
e nascono i primi strumenti per la ricerca dei testi: i cataloghi editoriali.
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