Si vanno facendo assai tesi i rapporti tra il governo australiano e la News Corp di Rupert Murdoch. Motivo? La recente approvazione di nuove regolamentazioni nell’ambito della televisione digitale che impediscono al magnate del media di entrare in questo nuovo mercato. Il ministro delle comunicazioni ha infatti annunciato che nel gennaio 2001 i cinque network TV attualmente esistenti inizieranno a trasmettere segnali compatibili con i due standard approvati per la TV digitale. Ma ad ogni altra emittente, incluse quelle di News Corp., sarà vietato di entrare in competizione per ciascuna area in cui già offrono la programmazione.
Come risposta News Corp. sta da tempo lavorando al Datacasting, una nuova tecnologia che combina immagini ad alta definizione con l’approccio interattivo tipico di Internet. Ciò nella speranza di mettere così un piede nella TV digitale australiana al lancio. Passo impeditole dalle norme che già ora limitano il contemporaneo possesso di entità nell’ambito dei media. Norme restrittive che le ultime disposizioni non hanno fatto che rafforzate, impedendo a chiunque voglia dedicarsi al Datacasting e similari tecnologie la trasmissione di notiziari, commedie e spettacoli vari. Tali limitazioni, imposte per prevenire il massiccio arrivo di grosse corporation di altri media, verranno riviste nel 2004. Nel frattempo, i responsabili di News Corp. si sono dimostrati assai irati, accusando in un comunicato il governo di voler proteggere “il cartello dei programmatori TV”.