L’accusa per gli otto, ha spiegato Viviane Reding, commissario per i Media e la Società dell’Informazione, è di non aver adottato le disposizioni comunitarie che prevedono l’apertura dei rispettivi mercati nazionali delle telecomunicazioni.
Ma non è tutto. Tra i 25 Stati che fanno parte dell’Unione Europea, ben 13 non hanno applicato le norme primarie o le norme amministrative secondarie che regolano il settore delle telecomunicazioni. Questo quanto dichiarato dal commissario Reding, in occasione della presentazione della relazione annuale della Commissione sul settore delle telecomunicazioni in Europa.
La relazione, riportata dall’Agenzia di stampa Reuters, evidenzia che la concorrenza nel mercato europeo delle telecomunicazioni tende a svilupparsi, ma sottolinea anche le carenze che esistono ancora in Francia, in Germania e in altri Paesi membri. La Commissione ha già avviato delle procedure d’infrazione per la mancata applicazione di norme primarie nei confronti del Belgio, della Grecia e del Lussemburgo ed è in procinto di avviare le medesime procedure contro l’Estonia e la Repubblica Ceca.
Quanto al rispetto delle norme amministrative secondarie, Bruxelles ha avviato procedure d’infrazione nei confronti di Spagna e Francia, e sta per dare il via ad altre procedure nei confronti di Cipro, della Lettonia, della Lituania, della Polonia, della Slovenia e della Slovacchia.
Reding ha inoltre criticato le tariffe del roaming, cioè le spese generate dall’utilizzo di un cellulare su un’altra rete all’estero. “Questo argomento diventa realmente urgente perché tutti sanno che i prezzi sono scandalosamente elevati”, ha dichiarato il commissario. Al momento, la Commissione sta esaminando le tariffe di roaming di alcuni operatori inglesi e tedeschi, per stabilire se violano il diritto comunitario.