Un classico di questi tempi: nasce un servizio Internet dall’effetto dirompente su un’organizzazione di altri tempi che resiste al cambiamento per non perdere i privilegi acquisiti.
Succede anche negli Stati Uniti, dove Uber, servizio di prenotazione via smartphone di corse automobilistiche private, ha deciso di espandere il servizio anche alla chiamata di taxi, ma a New York ha dovuto sospenderlo. Lo spiega l’azienda nel proprio blog:
Sfortunatamente, come molti hanno notato, non ci sono stati abbastanza TAXI disponibili. La domanda ha surclassato l’offerta. […] Abbiamo fatto del nostro meglio per avere più auto gialle in strada, ma la Taxi and Limousine Commission ha messo i bastoni tra le ruote per sabotare il successo dell’e-chiamata, pur avendo dichiarato in privato che le regole lo consentono. Ci morderemo la lingua e terremo per noi la nostra frustrazione.
L’e-taxi ha avuto problemi analoghi in altre città. A Chicago le aziende di taxi hanno fatto causa a Uber sulla ripartizione delle mance (le aziende di taxi, non i tassisti) e lo Stato della California ostacola il lavoro di altre due startup simili, Lyft e Sidecar.
Scenario molto tipico: un mercato dove sussistono condizioni di monopolio in cui all’improvviso arriva la Rete, con effetto dirompente. Sembra anche uno scenario molto italiano, per chi ricorda i mali di pancia legati alla sedicente liberalizzazione dei taxi di un paio di anni fa. Con la differenza che l’ufficio del sindaco di New York ha risposto in questo modo:
We’re working to make taxi rule changes to open the market to apps like @uber – can’t legally change things til February due to contracts.
— NYC Mayor’s Office (@NYCMayorsOffice) October 16, 2012
Se a febbraio 2013 i servizi come Uber avranno mano (più) libera a New York, dovremo desumerne che i problemi non sono la dirompenza di Internet o la resistenza al cambiamento, ma l’efficacia con la quale si discerne tra innovazioni utili e problemi da evitare e la tempestività con la quale i servizi si adeguano ai cambiamenti ritenuti positivi.
In altre parole, discutiamo del buono e del cattivo che porta Internet. Ma la discussione deve durare un tempo ragionevole e, quando vince Internet, portare a un pronto cambiamento.