La corte d’appello di Versailles ha confermato la sentenza del tribunale di Nanterre del 20 febbraio scorso, riguardante “il carattere illecito” della pubblicità di AOL relativa all’offerta flat di accesso illimitato a Internet.
La corte, dunque, ha mantenuto l’obbligo di soppressione degli accorgimenti messi in opera per limitare il tempo di connessione degli utenti che avevano sottoscritto la tariffa.
Questi accorgimenti chiedono a intervalli regolari all’utente, di confermare la sua volontà di restare connesso.
Come pena accessoria, l’obbligo di pubblicare la sentenza “sul portale di AOL per la durata di un mese a partire dalla registrazione della sentenza”.
Non finisce qui. il tribunale ha anche fissato la somma che AOL dovrà versare alla UFC-Que Choisir: tra i 250 mila franchi e i 100 mila (circa tra i 75 e i 30 milioni di lire) e un indennizzo complementare tra i 20 mila e i 15 mila franchi (circa tra i 6 e i 4 milioni e mezzo di lire).
AOL era stata portata in giudizio dall’associazione di consumatori UFC-Que Choisir, che rimproverava la società per aver lanciato, nell’agosto 2000, delle tariffe di connessione illimitata a Internet, senza prevedere che non avrebbe tecnicamente potuto rispondere all’afflusso di sottoscrizioni del contratto.
Nella sua ordinanza, il tribunale di Nanterre aveva stabilito che “per la realizzazione di un ‘timer’, AOL va contro le modalità della connessione rendendo indispensabile un intervento umano per mantenerla aperta oltre un certo tempo”, cosa che impone “un limite alla libertà del consumatore”.
Inoltre, “per la realizzazione di un ‘modulatore di sessione’ che permette l’interruzione di una connessione a discrezione del fornitore d’accessi a seguito di un periodo determinato, AOL apporta un’altra limitazione all’attività del suo abbonato”.
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