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SXSW Interactive al bivio tra tecnologia, cultura e società

11 Marzo 2004

SXSW Interactive al bivio tra tecnologia, cultura e società

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Dall'attivismo politico alla blog-o-sfera, un importante evento USA esamina promesse e risvolti del futuro interattivo

Si approssima l’edizione annuale di South by South West 2004, evento multiculturale il cui spazio riservato a internet e dintorni appare ricco di promesse e interventi importanti. Tra questi, da segnalare subito Brenda Laurel (studiosa di socio-tecnologia e design), Joe Trippi (ex-manager della campagna online di Howard Dean) e Howard Rheingold (autore tra l’altro di “Smart Mobs”). Insieme a una miriade di spazi e situazioni riuniti sotto la manifestazione SXSW Interactive, che avrà luogo dal 12 al 16 marzo nella cittadina di Austin, una specie isola felice nel Texas di George Bush, nota per la verve creativa e un frizzante ambiente universitario simile a quello della californiana Berkeley.

Progettato per operare a diversi livelli, SXSW — d’obbligo l’acronimo — raggruppa e si rivolge non solo gli addetti ai lavori ma ad un pubblico ben più vasto, puntando a evidenziare i trend in atto (e, per quanto possibile, quelli prossimi futuri) nel settore dell’intrattenimento in senso lato, incluso naturalmente il magma digitale. Un palcoscenico ideale per dare spazio e forma ad una cultura in fermento continuo, non soltanto relativa agli USA, dove poter mostrare i propri lavori, avviare e rafforzare relazioni di lavoro o meno, disquisire con visionari e gente qualunque, imparare e insegnare su un’ampia gamma di argomenti correnti. L’arco di 10 giorni dell’edizione 2004 vedrà l’arrivo di circa 15.000 partecipanti coinvolti a vario titolo nell’ambito musicale, cinematografico ed elettronico dei nostri giorni. Tre eventi distinti ma interconnessi, la cui portata ha raggiunto un livello globale, dopo il debutto del primo SXSW nell’ormai lontano 1987. Dall’underground al quasi-mainstream senza perdere smalto e creatività.

Un calderone che si muove in un via vai di pubblico e scenari variegati, tra cui, pescando a caso nel solo contesto interattivo, innumerevoli relazioni e dibattiti su tematiche quali accessibilità per tutti e futuro del wireless senza licenza, workshop su comunità online, weblog e futurismi vari, incluso l’immancabile trade show collaterale. Il tutto animato da una sfilza di ospiti e key-note speaker a dir poco stimolante. Particolarmente importante sarà la presenza di Joe Trippi, già factotum della campagna online del candidato presidenziale democratico Howard Dean, fattosi da parte dopo gli affondi vittoriosi di John Kerry.

Sarà interessante seguire gli aggiornamenti di quell’esperienza, le prospettive dei futuri rapporti, tutt’altro che facili, tra politica e attivismo digitale. Ciò come sviluppo necessario di quanto lo stesso Trippi ha avuto modo di spiegare in apertura del Digital Democracy Teach-In, tenutosi circa un mese fa a latere dell’annuale Emerging Technology Conference di San Diego, California. In quell’occasione, fresco reduce dal boom e dal botto del Blog for America, l’esperto high-tech non aveva mancato di esaltare comunque la maturità degli strumenti collaborativi, con situazioni tipo Meetup.com e Moveon.org, e di coloro che hanno animato quest’attivismo via internet. Pur con tutti gli errori e i malfunzionamenti, a livello strategico, comunicativo, operativo, Joe Trippi aveva chiuso l’intervento senza mezzi termini: “Questo non è il fallimento di quanto voi avete costruito… Ciò deve sopravvivere a prescindere da cosa ne sarà di Howard Dean. Internet è lo strumento più potente nelle mani del pubblico americano.”

Mentre resta da vedere se siamo davvero di fronte a una sorta di “beta-test per una nuova rivoluzione online nella politica americana,” a completare il quadro della socialità online il festival di Austin prevede altri interventi-chiave: Eli Pariser e Zack Exley, fondatori di MoveOn.org, i cui rilanci (e raccolte-fondi) sul web avranno sicuramente peso nelle elezioni presidenziali di novembre; Jonathan Abrams di Friendster, una delle ‘reti di amici degli amici’ più riuscite; Howard Rheingold, noto studioso e artefice di fenomeni quali comunità online e ‘smart-mobs’. Di pari passo, l’evento non manca certo di aprire le porte ad ulteriori trend ‘rivoluzionari’ o anche soltanto innovativi in campo digitale.

La parte del leone spetta ovviamente alla Blog-o-sfera nel suo complesso, a cui è dedicata una serie di panel specifici, tra cui: Blogging for Business, Moblog Nation, Blogucation 101, Blogging and the Law. A dibatterli ci saranno i diretti protagonisti, inclusi nomi ormai affermati in quel mondo, come Dan Gillmor (giornalista del San Josè Mercury News) o lo scrittore Cory Doctorow, insieme a una lunga lista di esperti e attivisti in ogni campo. Ancora, da seguire tutorial tipo “Start Your Own Blog” e la cerimonia per l’assegnazione dei Weblog Awards, preceduta nella serata di maggior afflusso, domenica 14 marzo, da un’analoga premiazione in stile Oscar stavolta riservata ai migliori siti web.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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