Dieci anni fa morivano, massacrati dalla mafia, i giudici Falcone e Borsellino e i loro agenti di scorta.
Una delle pagine peggiori della nostra repubblica, che ha segnato però una ripresa civile, oggi purtroppo, dimenticata.
Per ricordare quei fatti e i martiri della giustizia, su Audionews uno speciale a dieci anni dalla strage di Capaci: “la mafia silente”.
il 23 maggio 1992 la mafia uccideva, con 5 quintali di tritolo, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Meno di due mesi dopo un’autobomba uccide Paolo Borsellino e la sua scorta.
A dieci anni di distanza, i vertici di cosa nostra, protagonisti di quella stagione di terrore, sono in carcere. Eppure, lo dicono le relazioni della Dia e le procure siciliane, la mafia si è riorganizzata e una nuova, quanto antica, strategia è in atto: tornare ad essere crocevia dei rapporti tra affari e politica.
Una mafia silente, che non esita a ricorrere alla violenza per garantire il controllo del territorio, ma che sperimenta con l’amministrazione dello stato nuove mediazioni per raccogliere al meglio le opportunità fornite dei finanziamenti europei e dai nuovi fondi per le opere infrastrutturali.
Ed allora, dieci anni dopo, non sembra inutile interrogarsi sui nuovi rapporti tra stato e mafia, e capire cosa resta ora, in uno dei periodi più tesi nei rapporti tra politica e magistratura, del metodo Falcone, e dell’impegno contro la mafia che una intera generazione di magistrati, amministratori, esponenti delle forze dell’ordine e della società civile, ha pagato con la vita.
Su Audionews.it uno speciale tra memoria e presente, con interviste a Maria Falcone, Alfredo Morvillo, Pierluigi Vigna, Luca Tescaroli, Roberto Centaro, Giovanni Pepi, Giuseppe Costanza.