C’è stata la prima stretta di mano nello spazio tra un astronauta e un robot.
Autori dell’impresa il cosmonauta Daniel Burbank, comandante della Stazione spaziale internazionale, e Robonaut, automa creato dalla Nasa con l’obiettivo a lungo termine di assistere gli astronauti o addirittura sostituirli nel corso delle missioni.
La cerimonia è stata meno formale di quello che appare: Robonaut, che ha raggiunto la Stazione a bordo della navetta Discovery lo scorso anno, ha steso la propria mano destra e stretto amichevolmente quella di Burbank a collaudo di software caricato appositamente dai controllori a terra.
Non è solo la biogenetica che cambierà radicalmente il nostro stile di vita negli anni a venire, ma anche la robotica. Il successo della scheda programmabile open source Arduino ha superato per esempio ogni previsione e sta segnando il momento pivotale di ogni macrotendenza, quello in cui le possibilità concrete escono da laboratori scientifici e aziendali per giungere al grande pubblico in modo accessibile per reperibilità, software a disposizione e costi.
Le questioni di programmazione, sicurezza, hacking, mobilità che applichiamo comunemente oggi si riproporranno con uno strato di complessità aggiuntivo. E ci vorranno più che le Tre leggi di Isaac Asimov per disegnare regole efficaci.