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Stepstone Italia risponde a Challenger: con Internet il lavoro si trova

25 Febbraio 2003

Stepstone Italia risponde a Challenger: con Internet il lavoro si trova

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Negli Stati Uniti uno studio dell’agenzia di consulenza e reclutamento Challenger, Gray and Christmas (riportato in questa rubrica il 21 febbraio) affossava, di fatto, Internet come strumento utile per cercare …

Negli Stati Uniti uno studio dell’agenzia di consulenza e reclutamento Challenger, Gray and Christmas (riportato in questa rubrica il 21 febbraio) affossava, di fatto, Internet come strumento utile per cercare lavoro.
In Italia non è così e arriva pronta la risposta di Stepstone Italia che smentisce, dati alla mano, le affermazioni dei colleghi americani.

Facciamo un passo indietro e puntiamo sul dato principale del contendere.

Secondo l’agenzia americana, che compie una comparazione tra due periodi di recessione, uno precedente l’apparire di Internet e l’altro successivo, si evince che la durata media di disoccupazione si è allungata di circa un quarto.
Dunque – è la conclusione sulla sponda americana – Internet non è utile a chi cerca lavoro.

Per Stepstone Italia risponde Diego Vicamini, country manager e sulla base di un recente questionario realizzato e messo online sul sito della società, dichiara che la rete risulta essere il mezzo più utilizzato in Italia per cercare lavoro.

“Ad ulteriore avvallo di queste affermazioni – scrive Vicamini in un comunicato – gli utenti che hanno risposto al questionario di Stepstone ci fanno sapere che Internet, inclusi siti come il nostro o siti aziendali, sono i “luoghi virtuali” d’eccellenza dove è possibile ottenere informazioni e suggerimenti utili sul mondo del lavoro”.

Una smentita di quanto dichiarato da Challenger che, per la verità, si riferiva a quanto accade negli Stati Uniti: chi cerca lavoro intasa i siti che offrono impieghi con curricula spesso non centrati e si aspettano risposte immediate.

“Per più dell’80 % degli intervistati – prosegue Vicamini – Internet e quindi siti come il nostro sono lo strumento maggiormente utilizzato anche in un momento come questo in cui è più difficile trovare lavoro”.

E porta un dato a conforto della sua tesi: “Quest’ultimo dato è confortato dal fatto che circa il 70 % degli intervistati dichiari di essere attualmente impiegato, ma comunque alla ricerca di una nuova occupazione”.

Nulla impedisce che uno strumento possa funzionare da noi e non funzionare dall’altra parte dell’oceano, tenuto conto che il mercato del lavoro in Italia è più ristretto di quello americano, così come sono diverse le modalità e i regolamenti per le assunzioni.

Da poco sono state modificate le norme sul collocamento e inserite nel nostro ordinamento forme di lavoro temporaneo e interinale.
Dunque, ben vengano tutti gli strumenti che aiutano a trovare un lavoro, soprattutto in periodi come questi di crisi economica e di chiusura di aziende.

Semmai, il punto vero è un altro e successivo al conseguimento del posto di lavoro. Cioè trovare un lavoro che duri e un ambiente di lavoro dove i diritti abbiano lo stesso peso dei doveri.

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