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Sport e Rete: big business?

22 Settembre 2000

Sport e Rete: big business?

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In occasione delle Olimpiadi di Sidney si è assistito al proliferare di siti dedicati alle discipline sportive e ad un rilancio in grande stile di alcuni dei classici portali sportivi. Lo sport può diventare un grande business nella Rete?

Se i Giochi Olimpici di Atlanta 1996 possono essere considerati il primo caso di giochi con “full Internet coverage” prevalentemente per gli utenti made in Usa, i giochi australiani di Sydney 2000 passeranno sicuramente alla storia come i primi a copertura globalizzata, per tutto il mondo in Rete.

Gli organizzatori australiani, il CIO e soprattutto la ricca messe di sponsor, IBM in testa, hanno investito pacchi di dollari per costruire siti in grado di “vivisezionare” tutti gli aspetti degli avvenimenti olimpici.

La polizia australiana ha posto particolare attenzione per la difesa della sicurezza delle testate telematiche presenti a Sidney, allo scopo di evitare attacchi significativi da parte di hacker o, peggio, di terroristi veri e propri che potrebbero cercare nel palcoscenico olimpico una grande occasione di pubblicità.

D’altra parte Juan Antonio Samaranch – il padre padrone del CIO – ad inizio agosto, temendo azioni più o meno autorizzate finalizzate alla ritrasmissione di filmati delle Olimpiadi in Rete, ha chiarito che nessuno avrebbe avuto diritto di ritrasmetterli via Internet per salvaguardare la cassaforte del suo comitato organizzatore: la vendita dei diritti.

Un fatto significativo è stata la presenza a Sydney di sua maestà Bill Gates che, accolto con onori degni di un capo di stato, ha partecipato attivamente alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi.

La scelta di localizzare i Giochi nel continente australe ha creato non pochi problemi di informazione – sia per quelli che la diffondono che per quelli che ne usufruiscono – per ragioni di fuso orario. Tutte le testate informative hanno dovuto scegliere la Rete per fornire aggiornamenti puntuali sugli eventi che si svolgono in ore improbabili, per coloro che vivono lontani dal continente australiano.
Un uso attento e puntuale della Rete è stato utile per aiutare le redazioni a comunicare meglio con le sedi centrali, migliorando qualità e quantità di informazioni.

All’appuntamento olimpico hanno voluto essere pronti i maggiori siti Internet dedicati allo sport che, per l’occasione, si sono potenziati e rinnovati.

Sidney è anche riuscita a “stanare” dalla sua improbabile impassibilità “L’Equipe”, l’austero e autorevolissimo quotidiano sportivo francese: fino ad ora non era sceso nell’arena della Rete perché la direzione del giornale temeva la cannibalizzazione del prodotto cartaceo da parte della possibile versione Internet. Ad inizio estate “L’Equipe” ha messo in rete il suo sito.

La scelta editoriale della testata è stata quella di dare priorità all’analisi e ai dossier che utilizzano la sterminata banca dati del giornale francese, piuttosto che gettarsi nel settore delle news a caldo.
Il sito si presenta infatti minimalista nella sua interfaccia ed è gestito da una decina di giornalisti a rotazione; vi sono stati investiti 20 milioni di franchi francesi con l’obiettivo di vincere la rampante concorrenza di altri portali sportivi che hanno pompato nella Rete maggiori risorse economiche e di persone. Il giornale ha anche deciso di mettere in vendita, nel suo sito, l’edizione giornaliera del quotidiano ad un prezzo leggermente superiore a quella cartacea.

In territorio italico non si è fatta attendere la risposta della Gazzetta dello Sport che, in piena estate, ha messo in Rete la nuova edizione del suo sito. La “rosea” è stata, a differenza dell’omologo francese, una delle pioniere della Rete, avendo costruito subito un sito molto ricco che ha avuto grande audience ed è diventato uno dei punti di riferimento della rete italiana.
Il sito era però diventato scarsamente organico e necessitava di una omogeneizzazione e riorganizzazione dei contenuti che non si è fatta attendere.
La Gazzetta ha continuato, nel nuovo sito, la sua linea finalizzata ad arricchire i contenuti con frequenti contributi audio e video, interviste ad atleti ed editoriali dei suoi giornalisti.

Per l’evento olimpico anche Datasport ha scelto di creare uno speciale ad hoc che ha il pregio di avere una sezione in cui presenta in maniera completa le schede biografiche degli atleti azzurri, colmando un grave deficit del sito del CONI che, invece, è molto parco di informazioni sul tema.
I tagli di bilancio dell’ente sportivo italiano colpiscono anche sul Web o forse si tratta di scarsa sensibilità al nuovo medium ?

Tutte le startup sportive del settore Internet – come http://www.sportal.it e http://www.sports.com – si stanno dando da fare per coprire gli eventi di Sydney con redazioni in concorrenza, per qualità e quantità, con quelle dei quotidiani e delle televisioni.
Anche i portali generalisti italiani hanno dedicato ampie sezioni alle Olimpiadi e sono anche spuntati siti ad hoc come http://www.olympic.it o http://www.olimpiadi.it.

Tutti questi lavori in corso porteranno, probabilmente, denaro nelle casse degli investitori. Lo sport si presta ad essere un territorio profittevole nel settore della informazione in Rete. Il popolo degli sportivi è sterminato e lo sport business trova in Rete sempre più importanti fenomeni.

All’informazione sportiva è possibile collegare meccanismi di commercio elettronico, finalizzati alla vendita di attrezzature sportive, manualistica, audio e video, ma soprattutto materiali legati al sempre più ricco merchandising sportivo.
Le opportunità di sponsorizzazione, se ben gestite, sono molto ricche come le possibilità di creare partnership. Resta anche da sviluppare tutto il territorio dei club virtuali o delle comunità virtuali legate ad avvenimenti, team sportivi o singoli atleti.
Lo sport in Rete può diventare una macchina da soldi: con buona pace di De Coubertin.

Per ulteriori informazioni:
http://www.lequipe.fr
http://www.gazzetta.it/
http://www.datasport.it/
http://www.coni.it/

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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