Il parlamento spagnolo ha respinto la proposta mirata a stabilire tariffe Internet più basse di quelle attualmente in vigore per chi si collega da casa. Avanzata dai gruppi dell’opposizione (sinistra unita e socialisti per i lavoratori), per i quali la politica governativa tende a favorire le aziende a danno dei singoli, la misura legislativa avrebbe fissato il limite massimo per la “flat rate” a 3.000 pesetas mensili (circa 35.000 lire).
Il partito popolare di centro-destra alla maggioranza ha invece sostenuto che un ulteriore abbassamento delle tariffe non avrebbe prodotto che ulteriore sovraccarico alle linee. Nei mesi scorsi si è invece data via libera all’implementazione della tecnologia ADSL, che entro il 2003 verrà esteso a tutto il territorio nazionale, secondo le promesse dell’ex-monopolista Telefónica. Ma ciò richiede modem speciali e “flat rate” minime di 5.000 pesetas al mese. Altra iniziativa criticata dall’opposizione, che la ritiene specificamente diretta alle aziende e rafforzatrice della posizione di privilegio mantenuta nel settore da Telefónica. A rimetterci sarebbe in ogni caso quel 5 per cento di utenti spagnoli che accede a Internet da casa.