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Sorveglianza elettronica: alternativa alla prigione

10 Dicembre 2003

Sorveglianza elettronica: alternativa alla prigione

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La sperimentazione, avviata in Svizzera per l'esecuzione delle pene brevi, ha dato esiti positivi

Dopo tre anni di sperimentazione in sei cantoni svizzeri, la sorveglianza elettronica si prospetta come una soluzione adottabile in sostituzione alla detenzione. Solamente nel 2005, però, verrà presa una decisione definitiva in merito all’estensione della sua applicabilità.

Viene realizzata mediante braccialetti per caviglie, che consentono di localizzare la persona, seguendone ogni spostamento. Lo spazio entro il quale il “detenuto” può circolare liberamente è limitato a un certo perimetro e ogni spostamento viene segnalato a una centrale.

I risultati: 631 persone condannate dotate di un braccialetto elettronico. In tre anni sono scattati circa 16.000 allarmi, ma è stato necessario intervenire soltanto nel 6% dei casi. La sorveglianza elettronica è stata interrotta solamente nel 4% dei casi, rendendo necessario ricorrere alla detenzione.

Secondo il direttore del dipartimento di giustizia e polizia di Basilea, Hans Martin Tschudi, le conclusioni sono più che positive. Un’esecuzione della pena con braccialetto elettronico offre la possibilità di adattare le sanzioni, ed è stata accolta con favore anche dai condannati stessi.

Il costo giornaliero per la sorveglianza elettronica di una persona è stato calcolato in 54 franchi svizzeri (circa 35 euro), contro i 60 franchi (circa 38,50 euro) necessari per un giorno di lavoro di pubblico interesse, e 114 franchi (circa 73 euro) per un detenuto in regime di semi-libertà.

Secondo l’Ufficio federale di giustizia e polizia, l’esperienza dei braccialetti elettronici potrà essere applicata soltanto quando l’analisi delle sperimentazioni sarà stata completata. Ecco perché, il governo svizzero non deciderà prima del 2005 la prosecuzione e l’eventuale estensione di questo tipo di esecuzione delle pene.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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