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Software libero per una società (finalmente) libera

10 Febbraio 2003

Software libero per una società (finalmente) libera

di

Il meglio di Richard Stallman raccolto in un'antologia storica (per GNU Press). Vent'anni di saggi e interventi al crocevia tra etica e legge, business e software, libertà individuale e società trasparente

(La seguente recensione è ripresa dal sito di Stampa Alternativa)

Scarsa familiarità con lo Stallman-pensiero e il Progetto GNU? Volete saperne di più e meglio su copyright e copyleft, software libero e brevetti? Allora questa collezione di saggi è l’ideale. Non solo perché la raccolta copre vent’anni di interventi pubblici da parte di colui che viene considerato e definito da molti il “profeta” del free software. Né soltanto per via dell’occhio critico con cui vengono affrontati i comuni abusi delle leggi sul copyright e sui brevetti quando applicate al software informatico. E neppure solo perché nei testi vengono sottolineati gli aspetti sociali dell’attività di programmazione, chiarendo come tale attività possa creare comunità e giustizia.

Forse il merito maggiore di Free Software, Free Society va inteso in questa mescolanza continua tra aspetti tecnici e sociali, nella promiscuità voluta e cercata tra una battaglia relativamente di nicchia (quella per l’affermazione del software libero) e il quotidiano vissuto di ciascuno di noi. Perché, volenti o nolenti, qui si tratta di far politica, nel senso più concreto e schietto del termine. Si tratta cioè di occuparsi in piena luce del sole della res publica, la cosa pubblica, di prendere di petto le odierne strutture del potere per trovare nuovi sbocchi e significati all’affermazione della libertà individuale, qui e ora. E a quanti pretendano (ancora?) di tracciare limiti precisi tra virtuale e reale, di poter alienare i “patiti” del computer o di internet, gli hacker, dal resto del mondo, non resta che prendere atto del proprio errore.

Perché se c’è un elemento vitale in questa raccolta è quello di eliminare una volta per tutte ogni dubbio o confusione sul messaggio veicolato da Stallman. Anche per quanti non hanno mai avuto occasione di ascoltarlo di persona, nonostante le numerose calate nel Bel Paese, l’enunciazione del suo credo politico si dipana qui in maniera cristallina, logica. Dal “Manifesto GNU” datato 1984 (leggermente rivisto per l’occasione) alla trascrizione dell’intervento tenuto a Londra la scorsa primavera sul tema “I pericoli dei brevetti sul software,” il percorso proposto da RMS affronta questioni nodali dello scenario socio-politico globale. Faccende a dir poco controverse, dal copyright nell’era digitale al cosiddetto “trusted computing” — sempre più al crocevia tra gli elementi centrali nel magma odierno: etica e legge, business e software, libertà individuale e società trasparente.

“Per la prima volta questo libro raccoglie gli scritti e gli interventi di Richard Stallman in modo da chiarirne la forza e l’acume. I saggi rivelano una portata alquanto ampia, dal copyright alla storia del movimento del software libero. Affrontano argomenti forse poco noti e… dimostrandosi così risorsa utile per quanti vogliano comprendere il pensiero di questa persona talmente determinata…” Così scrive tra l’altro nell’introduzione Lawrence Lessig, docente presso la Stanford University Law School ed esperto di cyber-legge, nonché autore di due volumi fondamentali sulle tematiche inerenti la proprietà intellettuale nel digitale (soprattutto “The Future of Ideas” del 2001). Ulteriore contributo a sottolineare la forza di un tale pensiero, della passione e dell’integrità di un siffatto individuo, capace di ispirare altri a raccogliere la sfida e costruire il futuro a partire esattamente da quelle idee.

Diviso in quattro sezioni, il volume copre innanzitutto le questioni più squisitamente tecniche: i maggiori documenti sul Progetto GNU e il software libero, i testi integrali delle licenze (GPL, LGPL, GFDL) — materiale in buona parte già disponibile sul sito della Free Software Foundation, e ampiamente tradotto in italiano a cura del Gruppo Traduttori GNU che fa capo alla Associazione Software Libero (ASSOLI). La seconda e terza parte offrono invece una stimolante selezione degli interventi pubblici e dei saggi scritti prodotti in questi anni da Stallman. Si va da “Copyleft: idealismo pragmatico” a ” Software libero: libertà e cooperazione”, da “Puoi fidarti del tuo computer?” a ” Copyright e globalizzazione nell’epoca delle reti informatiche.” In altri termini, come chiarisce la premessa editoriale, i saggi prescelti mirano ad un pubblico il più vasto possibile: “non occorre avere un background in computer science per comprendere la filosofia e le idee qui esposte.”

Da notare inoltre come questa sia la prima pubblicazione non strettamente tecnica o manualistica prodotta direttamente dalla Free Software Foundation, tramite l’entità GNU Press. Con una doverosa aggiunta, rigorosamente stampata in quarta di copertina: i ricavati del libro aiuteranno gli sforzi della stessa FSF nella “conservazione, tutela e promozione della libertà del software, incluso lo sviluppo di altro software libero e documentazione libera.” Non soltanto a livello di contenuti, dunque, l’opera si propone di sicuro impatto per il futuro del software libero, ampliandone la portata di ogni implicazione e influenzando le relative legislazioni degli anni a venire. Un importante documento storico e informativo, insomma, oltre che di chiara espressione militante. Non è infatti un mistero come Stallman si sia da tempo guadagnato la reputazione di predicare l’autosufficienza e l’indipendenza contro ogni integrazione culturale. Anche a costo di creare controversie ed alienarsi potenziali alleati, conservando quel puntiglioso rifiuto al compromesso che molto spesso ha finito per dargli ragione.

Ne è testimonianza la crescita del movimento del software libero, oltre che il rampante interesse ad ogni livello, incluso l’ambito più strettamente commerciale. Ma alla domanda se, di fronte alla quasi-egemonia del software proprietario, oggi tale movimento rischi di perdere la capacità di stare al passo con i più recenti sviluppi tecnologici, Stallman non ha dubbi: “Credo che la libertà sia più importante del puro avanzamento tecnico. Sceglierei sempre un programma libero meno aggiornato piuttosto che uno non-libero più recente, perché non voglio rinunciare alla libertà personale. La mia regola è, se non posso condividerlo, allora non lo uso.”

In definitiva, una sorta di messaggio universale, una decisa condanna di certe pratiche ingiuste nei confronti della gente. Un invito rivolto a chiunque ad apprezzare e a sperimentare la libertà, tramite, perché no?, la pratica del software libero. Provare per credere.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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