Daniel Bernstein, computer scientist presso la University of California at Berkeley, aveva iniziato la propria battaglia legale nel lontano 1993. All’epoca le autorità gli avevano proibito la pubblicazione del codice per via delle vigenti leggi in materia di esportazione. Da allora la battaglia legale, grazie anche all’apporto di associazioni quali Electronic Frontier Foundation, era proseguita fino allo scorso maggio, quando la corte d’appello aveva annullato tale divieto perché in contrasto con il primo emendamento sulla libertà d’espressione nonché con la libera diffusione delle ricerche scientifiche. Nel frattempo però il governo aveva impugnato la sentenza richiedendone formale revisione.
Uno scenario sostanzialmente mutato da gennaio, quando Clinton ha dato finalmente via libera alla circolazione e all’esportazione dei programmi di crittazione made-in-USA. Sulla base di queste nuove leggi, arriva ora la decisione di un giudice distrettuale che consente a Bernstein la libera pubblicazione del codice del proprio programma Snuffle. Non mancano tuttavia alcuni aspetti ancora da chiarire, come ha sottolineato il legale dello stesso Bernstein. Le nuove regolamentazioni tacciono, ad esempio, sulle responsabilità dei “mirror site”, ovvero quei siti che riprendono e ridiffondono le medesime informazioni. Evento più che plausibile in casi simili, e a chiarimento del quale si prevede il proseguimento delle diatribe legali contro il governo USA.