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Social Search: un (secondo) nuovo paradigma per la SEO

29 Novembre 2017

Social Search: un (secondo) nuovo paradigma per la SEO

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Oggi usiamo i social network per ingannare il tempo e cercare ispirazione; se iniziassimo a farlo per finalizzare degli acquisti?

Dopo la ricerca visuale, continuiamo le nostre riflessioni a riguardo di nuovi paradigmi della ricerca, e della sua ottimizzazione, parlando di recenti novità che hanno interessato uno dei luoghi dove, virtualmente, passiamo più tempo.

Il secondo ambito che ritengo particolarmente interessante nei tempi a venire è infatti il social search, ovvero la possibilità di ricercare tra i contenuti che vengono pubblicati nei social network.

Ho sempre avuto un occhio di riguardo per Twitter anche per questo: benché l’archivio reso disponibile alla ricerca non fosse inizialmente integrale, c’era comunque parecchio materiale ed era facile muoversi e districarsi tra i risultati; per inciso, lo è ancora.

Ne ho sempre parlato bene, quando mi rivolgevo alle aziende, perché questo strumento di ricerca permetteva alle medesime di andare loro verso i potenziali clienti (e non sempre il solito e noioso viceversa); certo, con un approccio quasi 1:1, molto artigianale, poco incline ad essere standardizzato in processi, il mio preferito.

Last minute

L’esempio che facevo era quello di un’agenzia di viaggi con un last minute invenduto per, diciamo, il Madagascar; specificando delle parole chiave, escludendo quelle che fanno riferimento al film, indicando la lingua italiana, escludendo anche i link (presenti nei tweet delle agenzie di viaggio che, al contrario, si riempiono la timeline di cose che non legge nessuno), circoscrivendo ad una specifica finestra temporale, si poteva avere la fortuna di incappare in un qualche tweet di una qualche persona in cerca di qualche… last minute (piccola confessione: parte delle attività di link building che MOCA svolge per se stessa partono proprio da queste ricerche…avanzate).

Però si parlava di Twitter. E alla domanda Sì, ma chi usa Twitter?, spesso mi davano scacco matto. Ora è diverso. Perché a ottobre 2015 Facebook confermava la volontà di considerare un motore di ricerca interno) e oggi, agosto 2017, mi sento tranquillo nel darlo per disponibile a tutti gli italiani (anche quelli che devono ancora accorgersene).

Google SEO

Uno strumento migliore per migliorare i risultati SEO.

 

E perché di italiani, su Facebook, ce ne sono trenta milioni, una fetta larghissima della popolazione italiana totale su Internet: 43 milioni a giugno di quest’anno.

Motore di shopping

Tornando a parlare del funnel di conversione, spesso i social network si collocano nella parte medio-alta: non accediamo a Facebook per cercare un last minute o comprare un orologio e semmai utilizziamo, rispettivamente, Google e Amazon; su Facebook ci andiamo per ingannare il tempo, cercare ispirazione, partecipare alle conversazioni che si sviluppano nei gruppi. Insomma, non siamo così vicini a concludere un acquisto.

Ma se la consapevolezza che all’interno di Facebook possiamo anche cercare contenuti, oltre a subire quegli degli altri, aumentasse, salterebbero un po’ di dinamiche alle quali siamo abituati; in realtà si tratta di un trend già avviato. Per un cliente del settore immobiliare abbiamo intervistato un pubblico giovane in cerca di affittare o acquistare casa; il primo riferimento online è quello dei gruppi geolocalizzati di Facebook, mentre il secondo è Subito.it; di Google e degli altri colossi verticali, poche tracce. Questa “nuova” funzionalità potrebbe far decollare definitivamente Facebook.

L’algoritmo che sta sotto è poco conosciuto ma già si basa su oltre 200 fattori (anche qui, come Google, molto persona-centrici, forse ancora più di Google considerando quello che Facebook sa di noi): dalle parti di Palo Alto si stanno applicando seriamente.

Un domani potremmo parlare di:

  • Scrivere in ottica SEO – tradizionale – anche un contenuto che vivrà solo all’interno di un social network.
  • Pianificare e ottimizzare delle campagne simil Google AdWords ma su pagine dei risultati di ricerca (SERP) che stanno su Facebook.
  • importare all’interno del social network riflessioni sull’intero percorso di lead generation (magari sviluppando landing page interne a Facebook).

 

Molto probabilmente parleremo di SEO, inteso come il processo di ottimizzazione dell’esperienza di ricerca, anche dove oggi non siamo abituati a utilizzare la ricerca stessa: Facebook.

Saranno tempi interessanti.

L'autore

  • Marco Ziero
    Marco Ziero si occupa di pianificazione e progettazione di strategie di visibilità online. Negli anni ha sviluppato un metodo di lavoro olistico che abbraccia web marketing, web design, analisi di mercato e misurazione dei risultati, focalizzandosi sulle dinamiche della comunicazione in Rete, il posizionamento nei motori di ricerca, l'advertising. È socio di MOCA Interactive e svolge attività di formazione in corsi, master universitari e workshop.

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