Negli Stati Uniti, la polizia doganale ha smantellato una rete di pirati informatici con ramificazioni in Australia, Gran Bretagna, Finlandia e Norvegia.
La rete serviva per duplicare illegalmente software sotto licenza.
Un portavoce degli uffici doganali statunitensi ha dichiarato che sono state fatte 38 perquisizioni in 27 città americane e sequestrati 129 computer in quella che è stata definita l’Operazione Bucaniere.
L’inchiesta che ha portato alla scoperta e eliminazione delle reti “Warez” è la più grande nel suo genere e ha portato all’arresto di nove persone fuori dagli Stati Uniti.
All’interno, invece, non sono stati ancora emessi ordini di custodia e l’inchiesta continua.
Mentre a Londra sono stati arrestati sei presunti pirati, l’inchiesta dovrebbe proseguire e riguardare altri venti paesi.
L’inchiesta è partita dalla Russia dove esisteva una rete Warez, nata nel 1993, chiamata “Drink or die” con attività in tutto il mondo.
È formata da persone “motivate dal profitto”, come ha spiegato il portavoce, anche se ha dimenticato di aggiungere che la maggior parte delle attività delle reti Warez sono gratuite e basate sulla collaborazione senza guadagno dei componenti.
Lo stesso portavoce, poi, non ha potuto fare a meno di dichiarare che “le reti Warez vogliono una Internet libera da ogni regola; vogliono poter copiare i software e metterli su siti dove possono essere scaricati”.
Sulle reti Warez, poi, oltre al software si possono trovare brani musicali, film e altri contenuti sottoposti al diritto d’autore.