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Sindrome Cinese: Hong Kong, il Portale high-tech di China s.p.a.

11 Febbraio 2005

Sindrome Cinese: Hong Kong, il Portale high-tech di China s.p.a.

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Continua il mio Quinto Giro del Mondo che ha toccato i tre quarti di "elapsed", benché mi separino dall'Italia ancora 21.000 kilometri di volo: l'ultima tappa è la Cina, il "Continente" che ha ispirato il titolo di questo Secondo Diario di Viaggio telematico

Completando il giro dall’Est verso Ovest, toccherò Auckland in Nuova Zelanda per qualche ora di scalo tecnico (a differenza della permanenza di alcuni giorni nello scorso Giro) per poi dirigermi verso Hong Kong, la porta High-Tech di quella grande società per azioni da un miliardo e 300 milioni di persone che è oggi la Cina.

Hong Kong, il Portale high-tech di China s.p.a.

Arrivo a Hong Kong da Tonga dopo un viaggio di circa 11.500 kilometri con una partenza che definire mattutina (alle 02.00 ora del Pacifico GMT+13) è un eufemismo, ma i collegamenti aerei con i Paradisi dell’Oceano Pacifico sono ancora oggi molto difficoltosi: dagli Stati Uniti esiste un solo volo alla settimana in partenza da Los Angeles, mentre il link con Australia e Nuova Zelanda è più frequente anche se ad orari spesso disumani. L’ultima notizia appresa a Tonga è che il magnate Richard Branson ha costituito una nuova “Internet Company” aerea low-cost la “Virgin Blue” che dovrebbe coprire questo gap di collegamenti nel sud del Pacifico facendo concorrenza all’oligopolio di Air New Zealand – Qantas e forse portare i turisti al possibile futuro spazioporto di cui ho parlato due “capitoli” fa.

Durante il peraltro comodo viaggio ho avuto modo di apprezzare come in questa area del mondo le attenzioni per la sicurezza sui voli siano molto meno assillanti rispetto a quanto ormai siamo abituati in Europa o peggio ancora negli Stati Uniti. Rimane il problema dei tempi di percorrenza: con l’uscita di scena del Concorde e l’annuncio di questi giorni da parte di Airbus dell’inaugurazione dell’A380 il primo vero mastodonte dei cieli capace di trasportare al massimo carico più di 600 persone ma a velocità subsonica, tramonta l’era e la speranza dei viaggi ultra rapidi sognati negli anni settanta-ottanta. Per raggiungere dall’Europa i paradisi polinesiani anche fra dieci o quindici anni saranno sempre necessari due giorni di viaggio, seppure trascorsi in modo molto più comodo di oggi.

L’arrivo ad Hong Kong è un piacere per il viaggiatore: i controlli sono rapidi ed essenziali ed un ipertecnologico velocissimo treno in 20 minuti mi porta dall’isola di Lantau sede del nuovo aeroporto (ma anche di quello che si prefigura come il più grande parco Disney al Mondo in inaugurazione fra qualche mese) a Kowloon la penisola che si affaccia di fronte alla più famosa e conosciuta isola di Wan Chai sede di quella immensa e sempre più alta selva di grattacieli che da anni rappresentano lo skyline di una delle città più moderne del nostro pianeta.

Già durante il tragitto dall’aeroporto alla città, mi trovo immerso in un’atmosfera da fantascienza con decine di persone che videotelefonano attraverso il proprio cellulare creando una simpatica confusione che ricorda molto i mercatini di chincaglierie cinesi di qualche anno fa ma con una valenza tecnologica e sociale non indifferente (sui TGV francesi ad esempio è ormai vietato questo tipo di comportamento). Hong Kong è la porta verso il mercato cinese e lo si constata immediatamente: qui ha sede una delle principali aziende di Telefonia UMTS al mondo, la Hutchison-Whampoa (nota in Italia per il marchio H3G – Tre) e qui la tecnologia video-mobile ha già preso ampiamente piede da almeno tre anni a differenza del mercato italiano che a causa della crisi economica ha iniziato a vedere solo nel 2004 un vero sviluppo per l’uso quotidiano.

Oggi la Cina di cui questa città fa parte formalmente dal 1997 (ma la vera integrazione è in atto solo dall’entrata cinese nella WTO avvenuta nel novembre 2001) è in assoluto il primo mercato mondiale per numero di telefoni cellulari / smartphones e sottoscrizione di abbonamenti, con valori superiori ai 240 milioni di devices in circolazione.

Sul treno, al mio fianco, ben due persone stanno consultando e-mail e navigando su Internet con il “mio” TREO 600: sarà un caso ma la concentrazione di devices di comunicazione di “fascia alta” ed estremamente sofisticati è veramente elevata.

Un Comunicatore Universale “obsoleto”

Giunto in città ne approfitto per fare nuovamente una “visita” ai Mall dell’elettronica, presenti in vari punti dell’isola e della terraferma, per acquistare qualche nuovo accessorio per il mio Treo 600 e scoprire le ultime novità tecnologiche. È una situazione presente in molte città del Sud Est Asiatico (Singapore, Hong Kong, Kuala Lumpur) ma assolutamente assente in Italia: all’interno di anonimi grattacieli, sono presenti decine di negozi di informatica dove si possono trovare praticamente tutte le innovazioni presenti sul mercato mondiale. In uno di questi ipertecnologici negozi, il mio nuovo Comunicatore Universale viene definito “obsoleto” da uno dei preparatissimi commessi che mi confessa di non averne più a magazzino e di essere da qualche giorno in attesa del 650, peraltro non ancora arrivato (con suo grande rammarico) dagli States…

Nei giorni successivi, ne approfitto per visitare altre zone high-tech di questa città che stupisce in continuazione: il taxista immigrato da pochi mesi dalle province interne, costantemente al telefono con qualcuno, non capisce una sola parola di inglese e decide o meno di portarti dove vuoi andare solo se gli mostri su un foglietto in ideogramma cinese l’indirizzo del luogo (scena ripetuta in continuazione in questi giorni).

Mi reco, nell’ultimo giorno di permanenza, presso il fantascientifico IMAX di Hong Kong ubicato presso la baia di Kowloon da cui si può apprezzare una meravigliosa vista sull’isola di Wan Chai. Decido di “gustarmi” per l’ennesima volta il documentario Space Station 3D ma questa volta in Cinese con traduzione in cuffia solo in lingua inglese. È una nuova e simpatica esperienza sentire per la prima volta il nostro astronauta Umberto Guidoni, tra i protagonisti del documentario tridimensionale, tradotto anche in cinese !!

È ora di ripartire, dopo essere entrato dalla porta principale nella Cina, sono pronto a giungere a Shanghai, il più incredibile e reale esempio di quella “Sindrome Cinese” di cui tanto si parla oggi: sono certo nonostante le già alte aspettative che riuscirò a stupirmi nuovamente…

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