Più del 10% del numero complessivo dei disegni di legge presentati davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America lo scorso anno riguarda il settore delle nuove tecnologie.
È questo uno dei dati più importanti che emergono da uno studio presentato il 4 febbraio 2002 dal CATO Institute, un organismo americano indipendente, costituito principalmente da rappresentati dal mondo dell’imprenditoria, che si occupa di studiare l’andamento delle politiche pubbliche.
I circa 500 progetti di legge che mirano a regolamentare lo sviluppo della Rete Internet e dei sistemi informatici, sono, secondo quanto si legge nella relazione dell’istituto americano, una conseguenza dell’importanza sempre crescente che hanno assunto le nuove tecnologie in tutti i settori della società statunitense.
Dall’esame delle diverse proposte legislative emergono, però, sostanzialmente due diversi orientamenti di carattere generale: uno più restrittivo che mira a regolare e a sottoporre a un severo controllo ogni attività che venga svolta nel cyberspazio, e un altro, più in linea con le aspettative di chi concretamente opera online, che tende a disciplinare soltanto i grandi nodi del settore e a lasciare all’autonomia privata la definizione degli aspetti più specifici e concreti.
Alcuni temi comuni a quasi tutti i progetti, poi, sono quelli relativi alla disciplina dell’accesso a Internet, alle misure per garantire la sicurezza delle transazioni e delle comunicazioni, alla tassazione del commercio elettronico e alla disciplina dei brevetti per i software.
La maggiore preoccupazione espressa dai responsabili del CATO riguarda l’eventualità che prevalga un modello di normativa che, in funzione della tutela di un interesse di carattere generale, imponga agli operatori delle regole eccessivamente rigide e invasive.
Il CATO auspica, invece, che l’intervento del governo federale sia minimo e che il cyberspazio possa continuare a svilupparsi con una certa libertà.