Cinquecentoventisei caratteri possono mettere in ginocchio il mercato mondiale dei DVD.
Sette linee di programma, possono togliere la protezione e consentire la lettura di qualsiasi disco in questo formato.
Lo si è scoperto grazie alla condanna di un magazine americano, reo di aver pubblicato il codice del programmino, chiamato DeCSS.
Questo programma, in realtà, nasce per uno scopo nobile: permettere di leggere i DVD sotto Linux.
Quindi nessun tentativo di pirateria ai danni del diritto d’autore.
La MPAA, l’associazione delle major cinematografiche americane, fino a oggi non ha mai pensato fosse utile creare un software che permettesse anche ai possessore di computer con sistemi operativi diversi da Windows (leggi Linux, Unix, ecc.) poter vedere un film in DVD.
La sentenza ha scatenato una ridda di proteste da parte di tutto il mondo del software libero, spingendo programmatori a ottimizzare i programmi di decrittazione già in uso.
Due studenti del MIT, ad esempio, hanno sviluppato il “qrpff”, una versione “corta” del DeCSS, proprio come atto di sfida alla condanna del magazine.
In realtà, per non incorrere nelle ire della MPAA, i due studenti hanno realizzato il software con una chiave, necessaria perché il programma funzioni.
In tutto questo, però, una morale c’è: malgrado gli sforzi delle grandi industrie del cinema, i milioni di dollari spesi per proteggere le loro creature e la poca attenzione a un pubblico formato da utenti “open source”, sono bastati sette piccoli samurai per battere il potente padrone di Hollywood.