[Riproduciamo un articolo di Cole Nussbaumer Knaflic, di cui Apogeo ha pubblicato Data Storytelling, libro con tentativi di imitazione. Il post originale, how you would visualize hurricanes, è tratto dal blog storytelling with data.] Gli altri post della serie sono apparsi nel 2017 in data 19 ottobre, 26 ottobre, 8 novembre, 22 novembre, 6 dicembre, 20 dicembre e, quest’anno, 17 gennaio, 31 gennaio 7 febbraio, 14 febbraio e 28 febbraio.
Qualche tempo fa ho ripreso dall’Economist un grafico sugli uragani negli Stati Uniti e invitato i lettori a rielaborarlo, per dirmi che titolo avrebbero usato per descriverlo al posto dell’originale Gli uragani in America sono diventati meno frequenti. C’è voluto tempo per scegliere le sessanta migliori proposte [che presentiamo nel corso di più articoli]. Questo è il grafico originale:
I lettori hanno inviato le proposte più diverse e creative. Qui ne mostriamo una parte.
Sam B.
Sam scrive Ho cercato la semplificazione nel preservare le informazioni fondamentali.
Sharon R.
Proporrebbe questo titolo alternativo: Nessun cambiamento significativo nella frequenza degli uragani dal 1851. Costi e danni in marcato incremento dai primi anni novanta. E aggiunge una serie di commenti. “Le mie perplessità principali sulla visualizzazione dell’Economist:”
- ”Troppo difficile individuare qualsiasi (vero/significatvo) trend emergente, per via dell’abbondanza di dettagli che avrebbe potuto essere presentata meglio. Invea di mostrare tutte le cinque categorie di uragani in un grafico a barre sovrapposte, gli autori avrebbero potuto raggrupparle in maggiori – valore di 3 o più sulla scala Saffir-Simpson – e minori (valore inferiore a 3). Il lettore avrebbe trovato un compito facilitato, con perdita minima di integrità dei dati.
- Il raggruppamento per anni è poco incisivo (corpo carattere, formato della data) e condiziona la linea di tendenza. Eliminando ogni raggruppamento e semplicemente disponendo tutti i punti a disposizione sull’asse x, si nota rispetto all’intero intervallo temporale un declino veramente minimo nella frequenza degli uragani minori e un aumento irrilevante di quelli maggiori. Che si tratti di variazioni statisticamente significative, è irrilevante.
- Nell’articolo e nella narrazione manca un elemento importante: il danno di ciascun uragano e l’evoluzione di questo dato nel tempo. Alcuni degli uragani più devastanti e costosi sono stati di categoria 3 (Katrina, danni stimati a 105 miliardi) o inferiore (Harvey, categoria 2, 180 miliardi). Le tendenze basate unicamente sulla categoria degli uragani non raccontano la storia al completo. Un articolo su Slate parla della ricerca di criteri migliori per misurare gli uragani”.
“Nella mia analisi ho considerato anche i dati sui danni (in termini di costo) dei trenta uragani più devastanti sugli Stati Uniti (reperiti presso il NOAA). Seppure gli uragani totali siano stati 289 e questi dati siano quindi largamente incompleti, appare chiaro come negli ultimi sessant’anni i danni siano aumentati drasticamente”.
Srikanth P.
Srikanth condivide le seguenti visualizzazioni:
Teresa B.
Teresa (Instagram) userebbe il titolo Uragani nell’ultimo mezzo secolo in linea con la metà precedente.
[Presenteremo in altri articoli il resto delle soluzioni fornite dai lettori del blog di Cole Nussbaumer Knaflic. Se i lettori di Apogeonline vogliono cimentarsi nella sfida, possono inviarci il loro lavoro e relative considerazioni all’indirizzo [email protected]. Il dataset di partenza è scaricabile da Dropbox. Per aggiungere al dataset le informazioni 2017 bisogna fare riferimento al NOAA.]