[Riproduciamo un articolo di Cole Nussbaumer Knaflic, di cui Apogeo ha pubblicato Data Storytelling, libro con tentativi di imitazione. Il post originale, how you would visualize hurricanes, è tratto dal blog storytelling with data.] Gli altri post della serie sono apparsi nel 2017 in data 19 ottobre, 26 ottobre, 8 novembre, 22 novembre, 6 dicembre, 20 dicembre e, quest’anno, 17 gennaio, 31 gennaio, 7 febbraio e 14 febbraio.
Qualche tempo fa ho ripreso dall’Economist un grafico sugli uragani negli Stati Uniti e invitato i lettori a rielaborarlo, per dirmi che titolo avrebbero usato per descriverlo al posto dell’originale Gli uragani in America sono diventati meno frequenti. C’è voluto tempo per scegliere le sessanta migliori proposte [che presentiamo nel corso di più articoli]. Questo è il grafico originale:
I lettori hanno inviato le proposte più diverse e creative. Qui ne mostriamo una parte.
Robert C.
Robert (Twitter | LinkedIn) ha raccontato la sua procedura nel corso di (un primo, un secondo e un terzo post), per arrivare alla rappresentazione sottostante. Il suo lavoro interattivo si può consultare qui, ricordando la sua conclusione: Dovremmo preoccuparci?
Robert vO.
Robert (LinkedIn) ritiene che il titolo originale sia semplicemente fuorviante per i seguenti motivi: “Globalmente, non c’è una significativa correlazione lineare tra anno e numero di uragani (r=-0.12) e la correlazione tra anno e uragani di categoria 3 o superiore è niente più e niente meno di zero. In sostanza i dati sono privi di una tendenza chiara relariva agli uragani potenti. Per questo non si dovrebbe mostrare una linea di tendenza, oppure la si dovrebbe mostrare piatta”. “Pur noiosetta, questa è la conclusione più rilevante che dovrebbe essere evidenziata da titolo e grafico. Il titolo potrebbe somigliare a ‘Ogni epoca ha i suoi uragani’ o ‘Gli uragani sono cattivi come lo erano cento anni fa’. È chiaro che non sono un copywriter, ma spero di essermi spiegato.” “Il grafico in sé non è peggio di tanti altri che ho visto. La codifica dei colori ha senso e anche la suddivisione degli anni. La legenda potrebbe essere appena più chiara e le linee di tendenza dovrebbero proprio sparire, perché non ce ne sono.” “Per mostrare che non c’è un vero trend nel numero totale di uragani o nel numero di quelli meno intensi, cambierei un paio di cose:
- Intervalli di cinque anni anziché dieci, per diluire la variabilità dei dati; definire un intervallo ha comunque senso per dare un’idea dell’andamento globale.
- Gli uragani di categoria 5 dovrebbero stare in alto, quelli di categoria 1 in basso.
- Il 2016 come anno singolo dovrebbe essere eliminato.
Ci si potrebbe limitare a mostrare solo il numero totale di uragani e quelli di maggiore potenza (come nel secondo grafico)”.
Rody Z.
Rody era anche interessato al raffronto tra uragani maggiori e minori, oltre che alla visione di insieme del totale. Ha creato una raffigurazione interattiva su Tableau Public.
Ron P.
Il suo racconto: “Speravano di trovare una tendenza filtrando 166 anni di dati in gruppi di dieci anni su un grafico a barre sovrapposte. Mi piace il tentativo, ma mi sono chiesto se ci fosse una via migliore al filtraggio dei dati. Invece che raggruppare a dieci anni, ho applicato una media mobile di vent’anni e disegnato i risultati su curve separate”. Ecco le sue due rappresentazioni:
Ryan T.
Ha conservato la serie storica per contestualizzare, ma si è concentrato sugli ultimi decenni:
[Presenteremo in altri articoli il resto delle soluzioni fornite dai lettori del blog di Cole Nussbaumer Knaflic. Se i lettori di Apogeonline vogliono cimentarsi nella sfida, possono inviarci il loro lavoro e relative considerazioni all’indirizzo [email protected]. Il dataset di partenza è scaricabile da Dropbox. Per aggiungere al dataset le informazioni 2017 bisogna fare riferimento al NOAA.]