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Sempre in buona salute il Pinguino

22 Aprile 2002

Sempre in buona salute il Pinguino

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HP lavora al supercomputer sotto Linux, IBM rilascia i sorgenti di SashXB, quasi pronto Opera 6.0 per Linux

Il Ministero per l’Energia statunitense ha fatto un bel regalo al Pinguino. L’incarico a Hewlett-Packard di mettere a punto un supercomputer mai visto, in grado di eseguire 8.300 miliardi di calcoli al secondo (8,3 teraflops). Una sorta di ‘mostro’ che girerà proprio sul sistema open source, il quale finirà così per entrare nella ristretta cerchia dei supercomputer più veloci del mondo. La notizia ha generato qualche sorpresa perché solitamente dietro simili commesse si trova il marchio IBM, il cui precedente sistema del 1997 verrà sostituito dal supercomputer HP. Eppure stavolta quest’ultima è riuscita ad aggiudicarsi l’ambita commessa, a riprova sia del rinnovato impegno verso l’open source sia della piena fiducia nelle capacità di Linux di offrire prestazioni elevatissime. La macchina, dotata di 1.400 processori della prossima generazione IA-64 di Intel, verrà infatti impiegata in ambiti alquanto sofisticati. Si va dalle ricerche nel campo della geochimica e biochimica all’analisi dei composti chimici nell’atmosfera, dai problemi chimici connessi alle scienze naturali alla progettazione dei materiali e allo studio di complessi sistemi biologici. Il tutto richiederà uno stanziamento di grande rilievo, oltre 24 milioni di dollari, con la messa in opera fissata tra circa un anno presso la Molecular Sciences Computing Facility dello stesso Ministero per l’Energia.

A proposito di Big Blue, è di qualche settimana fa la notizia del rilascio di SashXB, linguaggio di script che consente a chiunque abbia minime conoscenze di programmazione la creazione di applicazioni Linux. In pratica, un buon sistema per semplificare lo sviluppo sotto Linux, visto che si lavora con i codici tipici delle pagine web, ovvero HTML e JavaScript. Ma anche qualcosa di più. Grazie a SashXB è possibile realizzare delle “weblications,” applicazioni che girano sul desktop al pari di un comune programma ma che possono essere aggiornate facilmente come una semplice pagina web. Quando l’utente è collegato a Internet, i contenuti e le funzioni di tali “weblications” vengono aggiornate direttamente tramite l’invio dei dati necessari dall’home server dell’applicazione in questione. Una volta offline, il programma opera ricorrendo alle risorse locali o all’update appena immagazzinato. Il sistema è stato inizialmente accolto con non pochi dubbi da parte della comunità degli sviluppatori.

Uno di questi che ha collaborato part-time al progetto SashXB, ha confessato di non sapere cosa attendersi, “perchè me la cavo bene con la programmazione esperto e non avevo certo bisogno di affidarmi a JavaScript per i miei progetti.” Nel frattempo però l’ampia facilità d’uso e l’affidabilità del risultato hanno convinto molti, e SashXB va facendosi strada anche tra utenti alle prime armi. Rimane ancora qualche problemino, in particolare sulla questione-sicurezza. L’estrema usabilità dell’interfaccia apre il codice praticamente a chiunque, inclusi possibili malintenzionati (leggi: ideatori di virus). A protezione esiste il “weblication manager” che fornisce appositi strumenti di verifica, mentre l’utente può decidere di bloccare l’accesso a specifiche risorse applicative. Aspetto essenziale, IBM ha reso disponibili i sorgenti di SashXB sotto la GNU Lesser General Public License. Questa viene scelta quando l’azienda spera (o già sa) che il codice venga utilizzato sia in progetti open source che proprietari. Obiettivo di IBM è comunque quello di incorporare il linguaggio di script in Eclipse, il software open source basato su Java che permette ai programmatori di impiegare a piacimento strumenti di fonti e produttori diversi.

Altra fresca e interessante notizia arriva da Oslo, Norvegia. È qui che risiede Opera Software, la quale annuncia il rilascio di Opera 6.0 per Linux Beta 2, l’aggiornamento del noto browser mirato soprattutto a un look più aggressivo e una maggiore velocità. Non si tratta ancora della versione finale, prevista quanto prima, che conterrà altre opzioni importanti. Tra queste, la piena funzionalità del browser per utenti cinesi e asiatici, ora che l’azienda norvegese sta dandosi da fare con varie strutture locali per garantire in tempo il supporto dei relativi font. Intanto Opera 5 per Linux ha appena raggiunto un traguardo invidiabile: un milione le copie prelevate finora via download da ogni parte del mondo. Un successo che fa ben sperare per la versione successiva, come spiega Dean Kakridas, uno dei vicepresidenti della società: “Ci aspettiamo il medesimo entusiasmo per Opera 6, soprattutto mercato dell’Asia e del Pacifico. Stiamo lavorando alacremente con i nostri partner Linux in Cina, Corea e Giappone per assicurarci che Opera possa diventare il miglior browser localizzato per queste comunità Linux in rapida crescita.”

Tra le maggiori novità di Opera 6.0 per Linux Beta 2, già disponibile per il download gratuito, troviamo i nuovi pulsanti per back/forward, una serie di menu più gradevoli, il miglioramento delle funzioni di ‘drag and drop’, l’aggiunta del motore di ricerca offerto da Lycos. Il tutto conferma Opera come azienda-leader nello sviluppo di browser per sistemi desktop ed embedded — browser prodotti e disponibili per diverse piattaforme: Windows, Mac, Linux/Solaris, Symbian OS, QNX.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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