Il Los Angeles Times ha pubblicato un interessante approfondimento sugli inesistenti ritorni economici delle vetrine business aperte su Second Life. «Non c’è un motivo convincente per rimanere», ha confermato Brian McGuinness, vice presidente di Virtual Aloft, uno dei brand di Starwood Hotels & Resorts Worldwide che ha deciso di chiudere il suo hotel virtuale.
Secondo la nota testata californiana basta un breve giro sulle isole di BestBuy, Sun Microsystems o Dell per comprendere che i cittadini di SL preferiscono ben altri lidi. «Una delle merci più acquistate su Second Life sono i genitali», ha sottolineato Ian Schafer, CEO di Deep Focus. Effettivamente le zone più frequentate sembrano essere quelle dedicate agli strip club, Casinò, e bordelli.
Secondo Peter Ludlow, docente di Filosofia presso la University of Toronto, le grandi corporation sono sbarcate su SL esclusivamente per «mostrarsi all’avanguardia» e guadagnare un po’ di immagine offline. «Non si tratta di capire se Second Life è giusto o sbagliato», ha dichiaratoReuben Steiger, CEO di Millions of Us, marketer di riferimento nel business della dimensione virtuale. «È solo che ci sono un sacco di alternative».