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Scenari della rivoluzione OS, parola di Linus

06 Novembre 2003

Scenari della rivoluzione OS, parola di Linus

di

Il pensiero di Torvalds sul futuro del pinguino, ma non solo

Revolution OS, il film, offre uno spaccato dei primi vagiti del movimento open source (e free software). Uno spaccato tanto storico quanto necessario per chiarire al grande pubblico intenti e obiettivi, disparità e comunanze di quel magma in crescita. Oggi tuttavia il panorama complessivo appare diverso e frastagliato, con quello stesso movimento cresciuto fino a fronteggiare sfide ancor più cruciali per il futuro prossimo. Riuscirà Linux a imporsi prima o poi anche in ambiente desktop? Come finirà la saga legale avviata da SCO? Quali i risultati auspicabili del lavoro collaborativo per il kernel? Questioni tutt’altro che da poco, su cui non c’è niente di meglio che assaporare scampoli del Torvalds-pensiero. Ecco perciò qui di seguito alcuni stralci e citazioni tratte, in ordine sparso, da due fonti diverse. Una è la recente intervista curata dal giro di Geekcruises.com, che organizza crociere-conferenze per computer professional, l’altra è invece la cover story del mensile Wired di novembre a lui dedicata, sotto l’eccelso titolo di Leader of the Free World.

“Oggi l’imprenditoria ha due motivi per venire ad abbracciare Linux. Una è la ricerca del pinguino perduto (risate). L’altra ragione, più comune, è proprio perché vedono un modello di sviluppo più economico che funziona davvero. C’è l’elemento del risparmio e quello dell’operatività concreta. Una combinazione che parecchie aziende non hanno mai incontrato finora. È divertente vedere come alcune di tali aziende, grandi nomi, siano timorose di sporcarsi le mani con un simile modello. Ci sono società, con nomi composti da due o tre lettere, che impongono ai propri dipendenti di imparare tattiche open source – una serie di lezioni su cosa fare o non fare. Fatto in apparenza alquanto srambo ma che va preso come incoraggiamento, nel senso che altre aziende sembrano comprendere che se vogliono tirarci fuori qualcosa devono lavorare in accordo con il programma e non contro di esso.”

“Non credo che il settore server sia granché interessante a livello tecnico. Invece è il desktop che conta, è quello che uso ogni giorno, e in ogni caso il desktop è tecnicamente qualcosa di molto più difficile. Chiaramente oggi molti utenti Linux nel desktop tendono ad essere tecnicamente preparati. Ma il bello è che ciò va cambiando. Sta cambiando soprattutto in quelle aziende in cui si dice ‘In realtà le nostre segretarie lavorano meglio con Linux, perché non vogliamo che stiano lì a fare dei solitari’ (risate). È così che si è imposto il DOS, no? Anche Linux offre dei solitari, ma si può controllarne meglio l’installazione. Giusto? Inizialmente quanti avevano acquistato il PC a casa lo fecero perché lo usavano già sul lavoro. È così che funzionano le cose, questo è quanto sta accadendo.”

“Il sistema giudiziario statunitense mi rende un po’ nervoso. Non SCO in particolare, ma piuttosto la casualità del tutto. Nel sistema giudiziario USA è sempre difficile capire cosa diavolo potrà accadere. Così non posso semplicemente liquidare quelle denunce come la completa follia che credo siano. Sembra che chiunque svolga un’attività commerciale poco più grande di un chiosco per limonate debba preoccuparsi delle questioni legali, giusto? Ma in certo senso sono alquanto contento del fatto che SCO pare non avere alcuna prova, il che significa che quanto tutto alla fine verrà risolto — ci vorrà parecchio tempo, secondo IBM la causa si trascinerà facilmente fino al 2005 – avremo finalmente un precedente legale. Ma è un peccato dover attendere così a lungo.”

“Preferisco di gran lunga vedere 15 persone litigare su qualcosa che 15 persone che si dividono in due campi opposti, ciascuno convinto di aver ragione e senza discutere tra loro. Nel primo caso, alla fine uscirà fuori qualche soluzione oppure la questione verrà dimenticata.”

“Se si è troppo commerciali si finisce per avere la vista corta. Si acquisisce una mentalità tipo ‘questo è quanto ci serve’, e si butta via qualsiasi altra cosa. Al contempo però bisogna considerare l’aspetto commerciale, perché le entità commerciali finiscono per dare ascolto a necessita diverse rispetto a quelle di chi lavora soltanto per puro divertimento.”

“Io sono soltanto l’ornamento nel cappello di Linux. Non ho un piano di crescita quinquennale. Non voglio imporre agli altri qualcosa tipo: ecco come marceremo tutti insieme in plotoni. Non ho altra autorità su Linux che quella di sapere cosa sto facendo.”

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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