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Scaldiamo la politica con il web

06 Marzo 2009

Scaldiamo la politica con il web

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Venti minuti in podcast tra ritagli di carta e bit, in compagnia di un ospite. Oggi con Giuseppe Civati, blogger, consigliere regionale del Pd in Lombardia, co-autore di un libro su Facebook. Parliamo dell'uso del web in politica: chi lo teme, chi lo nega e chi cerca di tirarne fuori il meglio

La politica sul web, e sui blog? O la politica nei circoli, sul territorio? Le ultime vicende politiche – soprattutto legate agli ultimi giorni di fuoco del Pd, che in dieci giorni è passato attraverso una assemblea costituente e un nuovo segretario (Franceschini) – hanno rimesso al centro dell’attenzione il complicato e ancora poco risolto rapporto tra web e politica. I blog, il web sociale, i social network: servono o non servono? Sono troppo polemici e distruttivi, una politica da poltrona che non cambia le cose e rappresenta solo se stessa – come hanno affermato tra le righe alcuni politici recentemente? O possono servire per riportare una politica tropo fredda e distante vicino a chi, sempre di più, usa internet per lavorare, informarsi, stringere relazione e fare politica – appunto? Ne parliamo con Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd in Lombardia e blogger di lunga data, negli ultimi giorni al centro dell’attenzione per un sondaggio online che lo dava tra i leader Pd preferiti dopo le dimissioni di Veltroni (insieme ad un emblematico “uomo nuovo”). Secondo Civati la contrapposizione tra politica sul web e politica tradizionale è un falso problema: «Bisogna portare fuori dal web le cose politiche, fare in modo che una mobilitazione su Internet possa diventare una occasione di confronto nella società. I blog possono scaldare la comunicazione della politica: renderla un po’ più semplice, più immediata, con un linguaggio più familiare. E dobbiamo anche abbandonare il clichè secondo cui su internet ci vanno solo quelli che hanno un dottorato di ricerca: il web sociale è sempre più di tutti… del resto quando cerchiamo un ristorante andiamo su internet, non vedo perché non possiamo farlo per la politica». Sul web si fa politica, ci sono coordinatori di circoli, amministratori, eletti, semplici militanti: «C’è un bisogno di comunicazione e coinvolgimento politico che non è rappresentato dalle strutture convenzionali del partito. La Rete in questo senso sopperisce spesso a una mancanza di coinvolgimento ufficiale: quando un territorio non viene mai consultato o coinvolto, allora va in Rete a parlarne, a discuterne – in maniera netta, decisa, qualche volta rabbiosa. Questo spaventa, ma è anche una risorsa e una ricchezza».

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L'autore

  • Antonio Sofi
    Antonio Sofi è autore televisivo e giornalista. Consulente politico e sociologo della comunicazione, ha un blog dal 2003 ed è esperto di social network e nuovi media.

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