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San Francisco nel Mixer

12 Agosto 2014

San Francisco nel Mixer

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Dire startup è solo l'inizio: c'è un mondo di interazione, meccanismi e dinamiche nello spazio della Bay Area. E la zuppa di vongole.

Venerdì 9 agosto era il Day 2 dei miei #30SFdays e in serata ho avuto subito l’occasione per entrare in azione grazie ad un interessante evento aperto al pubblico, nonostante qualche sintomo da jet lag fosse ancora presente.

In realtà già il giorno precedente ero riuscito a visitare l’Exploratorium per un evento serale, ma di questo vi racconterò con più calma in un’altra puntata; e la mattina era stata la volta della mia prima esperienza con un’associazione di volontariato botanico.

L’evento di venerdì sera consisteva invece in Startup and Tech Mixer, dedicato al mondo delle aziende più promettenti in fatto di innovazione e tecnologia. Il suo motto è redefine networking e le sue parole chiave (nonché hashtag) sono learning, consciousness, fun, inspiring, authenticity: insomma, quanto di più gustoso si possa vedere da queste parti per chi si occupa di cultura digitale.

Arrivo sul posto in perfetto orario. La location è all’altezza delle aspettative: un importante hotel dotato di zona congressi e situato in pieno Financial District, esattamente tra il MOMA e il Moscone Center, a pochi isolati di distanza dalle sedi di realtà come Twitter, Pinterest, Airbnb. Vi sono varie aree espositive con gli stand di alcune startup che presentano la loro attività, una grande sala conferenze in cui si susseguono interventi su diversi temi e una suggestiva zona lounge con terrazza e splendida vista sulla city.

Il tutto organizzato per favorire l’interazione: ad esempio tutti i partecipanti sono invitati a mettersi sul petto una targhetta adesiva (fornita dall’organizzazione) su cui indicare nome, affiliazione e account Twitter (vedi foto).

Non appena mi avvicino all’area espositiva, mi si pongono davanti due stangone in abito da sera; una di loro mi chiede ti piace il mio vestito? e, prima ancora che io possa riattivare i neuroni e rispondere, aggiunge puoi noleggiarlo! e mi caccia in mano il volantino di Style Lend, appunto una delle realtà innovative presenti all’evento, che consente di prendere (ma anche dare) a noleggio abiti da sera con un clic.

Inizio il mio tour e nella prima sala trovo gente alle prese con giochi da tavolo o che chiacchiera ad alta voce, l’ampio bancone di un bar che serve bevande di ogni tipo (ahimè a pagamento), la console di un DJ ma soprattutto gli stand di realtà tra le più variegate, tra cui anche una società di consulenza legale che lavora principalmente online e una società che progetta e vende droni; vedo anche un tavolo con copie gratuite della rivista SV Silicon Valley e alcuni divanetti per scambiare idee o addirittura imbastire un vero e proprio colloquio di lavoro con i responsabili delle aziende presenti.

È già passata la prima ora e arriva il momento di ascoltare qualcuno che racconti la sua esperienza di innovatore. Il primo appuntamento in programma nella sala conferenze è il panel Modi alternativi di lavorare nel 21° secolo; il ruolo di moderatore è affidato a Eliot Peper (autore del libro Uncommon Stock) e l’età media dei quattro ospiti sul palco mi fa sentire molto ma molto vecchio.

Si passa poi agli interventi di singoli relatori, tra cui quello del motivatore Fred Kofman (in verità abbastanza lontano dalle mie corde) e l’accattivante Living life boldly di Ari Kalfayan. Ma il relatore di spicco della serata resta Chip Conley (vedi foto), imprenditore di lungo corso nel settore alberghiero (con il brand Joie de Vivre Hospitality da lui fondato) e dal 2013 Head of Global Hospitality and Strategy per Airbnb, il sito web che ha rivoluzionato il modo di cercare camere e alloggi nel mondo.

L’occasione è stata davvero interessante, anche se l’ho vissuta da semplice osservatore e reporter; diverso e sicuramente più pieno sarebbe l’impatto se la si affrontasse da operatore del settore. La possibilità di far scattare scintille positive in un agglomerato come quello sono davvero elevatissime e davvero si percepisce la presenza della massa critica di cui si accennava nel precedente post.

Ora mi merito una cena in riva alla baia a base di zuppa di vongole: la clam chowder, servita nella bocciona di pane. E il bus che porta al Pier 39 passa proprio davanti all’hotel che ospita l’evento.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.

Apogeonline è in vacanza fino al 22 agosto e tuttavia alterna agli articoli migliori della stagione uno straordinario diario di viaggio dalla California del nostro Simone Aliprandi: interviste, eventi live e altro purché interessante, nel pieno della Silicon Valley.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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