Con l’avvallo di Time Warner e Sony, la Columbia House e CDNow avevano firmato lo scorso luglio un accordo con obiettivo e-commerce e distribuzione di musica digitale on-line. La fusione avrebbe dovuto aggregare i 2,3 milioni di clienti (stimati) di CDNow con i 16 milioni di acquirenti di musica e video della Columbia House. La nuova società avrebbe dovuto offrire musica e contenuti e creare una grande comunità basata sull’entertainment.
Time Warner e Sony (co-proprietarie di Columbia House) avrebbero dovuto controllare ognuna il 37% della nuova società e gli azionisti di CDNow il rimanente 26%. I due colossi hanno annunciato in questi giorni che invece di unirsi in questa operazione affideranno 51 milioni di dollari a CDNow, in parte destinati a diventare pacchetti azionari e in parte sotto forma di prestito. CDNow ora deve trovare soluzioni per alleggerire il peso dei costi ed espandere il proprio business.
Le ragioni di questo passo indietro sono da attribuire in parte a un mercato troppo competitivo dominato da avversari sempre più potenti come Amazon e in parte alla recente operazione Time Warner-AOL, che ha impegnato il colosso dei media su altri fronti. Le azioni di CDNow sono evidentemente precipitate nel giorno dell’annuncio (dai recenti 39.25 dollari a 8,25).