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Salam Pax: il diario di guerra in diretta di un cittadino di Baghdad

26 Marzo 2003

Salam Pax: il diario di guerra in diretta di un cittadino di Baghdad

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“Salam Pax” è la voce irachena sul Web che attraverso un “blog” ci racconta come vive un cittadino di Baghdad sotto le bombe dell’alleanza anglo-americana.Ancora una volta, Internet è lo …

“Salam Pax” è la voce irachena sul Web che attraverso un “blog” ci racconta come vive un cittadino di Baghdad sotto le bombe dell’alleanza anglo-americana.
Ancora una volta, Internet è lo strumento che squarcia i veli della comunicazione in tempo di guerra: un diario quotidiano per chi dice che la pace (a casa nostra) si ottiene con la guerra (in casa degli altri).

Salam Pax è, ovviamente, uno pseudonimo di chi vuole condividere il punto di vista della sua vita quotidiana, un successo di audience che ha ottenuto come risultato il blocco del server per un po’ di tempo, a causa delle tante visite.

“Oggi, prima di mezzogiorno, sono andato con mio cugino in giro per la città – scrive Salam Pax – Due cose: 1) gli attacchi sono precisi 2) attaccano bersagli che sono troppo vicini a zone civili di Baghdad”.
“Generalmente le strade sono molto popolate – continua il diario – Ci sono molte auto, ma pochi negozi sono aperti. Il mercato vicino a casa nostra è già quasi vuoto”.

Salam, in arabo, vuol dire pace, così come Pax è il termine latino che indica la stessa parola. Una pace che il martoriato popolo iracheno agogna da decenni e che, oggi, gli piove dal cielo sotto forma di bombe.

Case che crollano, vetri che saltano con le esplosioni, il terrore nel contare le ore sapendo dalla CNN o da Al-Jazeera che sono appena decollati i B-52 e Salam Pax si chiede se sia corretto chiamarli “danni collaterali”.

Adesso, dopo due giorni di silenzio senza accesso a Internet, e dopo aver ricevuto moltissimi messaggi di posta elettronica, Salam Pax è tornato online, grazie anche a Blogger e Google che hanno creato un sito mirror per alleviare le difficoltà tecniche dei collegamenti.

A lui e ai suoi concittadini facciamo un “in bocca al lupo”, perché possano salvarsi dalle bombe dell’alleanza e da Saddam Hussein, con la promessa che seguiremo il suo diario in tempo di guerra e faremo quanto in nostro potere per aiutarlo a vivere in pace.

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