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Robot in tutte le salse

14 Novembre 2016

Robot in tutte le salse

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Idee innovative che partono da prototipi inusuali e potrebbero sfociare in prodotti vendibili, se le condizioni lo permetteranno.

Un nome è già un programma e Poommarobot (pronuncia pummarobot) lo dimostra. Un robot così lo si poteva vedere solamente a Maker Faire, luogo preposto all’esibizione delle idee, anche le più originali o eccentriche.

Perché grazie al nome, o a dispetto di esso, Poommarobot è un insieme didattico di notevole interesse, in quanto riesce a comandare i tipici attuatori di un robot, nello specifico applicati a una pentola per la passata di pomodoro, tramite l’utilizzo di una app su cellulare, quest’ultimo montato direttamente sull’oggetto.

La app abilita un sistema di comunicazione per telerobotica, un insieme di sensori per la rilevazione di parametri ambientali e di posizionamento e l’interfaccia con l’utente, riuscendo perfino a interagire con l’umano tramite un prototipale insieme di espressioni facciali che rendono l’idea di uno stato d’animo.

Certo, pensare di dare un’anima a una pentola può essere un atto perfino coraggioso, ma è l’idea che conta, non tanto la sua realizzazione. Specie perché ha centrato il fondamentale obiettivo di farsi notare, cosa non facile in piena era social.

Poommarobot

Non prepara la salsa, ma il prodotto che ne risulta è buono lo stesso.

Il progetto è per nulla da sottovalutare, nato da una tesi di laurea presso l’Università Federico II di Napoli a cura del suo creatore, Gaetano Saurio, e indirizzato a costruire un sistema robotico dotato di intelligenza artificiale, altamente scalabile ed economico.

Probabilmente un sistema che potrebbe fare il paio con un altro robottino, nato con fattezze più tradizionali e già al secondo anno dalla sua ideazione, con un’intelligenza dedicata a uno scopo preciso. Si tratta di BiroRobot, ideato da un ex calciatore e filosofo, Marco Santarelli, che tra molte altre cose oggi si occupa di fisica sociale e di reti intelligenti applicate al comportamento e alle energie rinnovabili.

BiroRobot nasce con l’intento di monitorare la casa in cui viene lasciato liberamente muoversi, così da carpire le abitudini degli occupanti in fatto di utilizzo energetico, in particolare nei primi quindici minuti del consumo e poi, via via, nell’arco della giornata. Tenendolo in casa per almeno trenta giorni, gli algoritmi di cui è dotato sono capaci di stilare una mappa comportamentale fatta di flussi, consumi, dispersioni, abitudini degli utenti e utilizzo degli elettrodomestici.

Birorobot - 1

Si è presentato alla Maker Faire di Roma con un’intelligenza superiore.

Uno spione che si dimenticherà tutto quando ne scaricheremo i dati per inviarli a un centro di elaborazione, ma in grado, a detta degli ideatori che ne hanno già testato il funzionamento, di farci risparmiare un ottimo trenta percento di energia rispetto ai nostri abituali consumi, suggerendoci la modifica di alcuni semplici comportamenti quotidiani.

Sarà pronto, si dice, per l’anno prossimo, su un mercato mondiale potenzialmente infinito. Potrebbe essere l’inizio di una bella dimostrazione delle trasformazioni globali cui siamo destinati a partire da queste idee apparentemente improbabili.

Staremo a vedere se ci troveremo tra i piedi una pentola o un piccolo umanoide. Il risultato sarà comunque innovativo.

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