Il passaporto biometrico europeo si fa ancora attendere. A fine marzo, infatti, l’UE ha ufficialmente chiesto agli Stati Uniti un nuovo rinvio per l’adozione dei passaporti biometrici per i cittadini europei che viaggiano oltre Atlantico. Sembra, però, che questa volta Washington intenda fare rispettare le scadenze prefissate.
La misura, decisa in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001, avrebbe dovuto venire attuata entro il 26 ottobre 2004, ma poi Bruxelles ha ottenuto dalle autorità americane la proroga di un anno. A oggi, però, solo 6 dei 25 stati membri dell’Unione europea (Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Lussemburgo e Svezia) sono in grado di soddisfare i criteri di attuazione del passaporto biometrico.
Perciò, l’Unione europea, che intende procedere all’unisono in questo campo, ha dichiarato di non potersi adeguare se non entro il 28 agosto 2006. Ma non è la sola, anche il Giappone ha annunciato di essere in ritardo sugli obiettivi che si era prefissato, almeno stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Associated Press.
Le notizie sono state accolte molto freddamente a Washington, dove il timore di un attacco terroristico è sempre molto sentito. Il presidente della commissione incaricata delle questioni di immigrazione alla camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, James Sensenbrenner, si è infatti limitato a “suggerire fortemente alla Commissione europea di non aspettarsi un’ulteriore dilazione” dei termini già fissati. Chiede, inoltre, a Bruxelles di fare pressione sugli Stati membri perché possano essere pronti al più tardi entro il 26 ottobre prossimo; altrimenti, trascorsa questa data, i cittadini europei sprovvisti di passaporto biometrico potrebbero essere obbligati a richiedere il visto alle autorità americane per entrare nel Paese, con tutti i ritardi e i problemi burocratico-amministrativi che ciò comporterebbe.