Rispunta a sorpresa la steganografia per spiegare come pirati informatici appartenenti alla rete terroristica di Al Qaeda, nascondano messaggi cifrati in innocue pagine Web.
Gli esperti mostrano un esempio di questo metodo riferendo di un messaggio attribuito a Bin Laden, trovato sul sito cenobite.com in una pagina creata da un ammiratore dello scrittore di fantascienza, Clive Barker.
Secondo uno che se ne intende, Andrew Weisburd un “segugio” che segue le tracce del gruppo terroristico sulla rete, gli affiliati hanno iniziato a usare questa tecnica dopo che gli hanno negato l’accesso al sito alneda.com, un sito sospettato di essere in combutta con i terroristi islamici.
Secondo il “segugio”, Al Qaeda continua a compiere atti di pirateria sui server Web per piazzare le proprie pagine e alcuni siti, vittime della stessa procedura, hanno taciuto per paura di vedere il proprio nome legato a quello dell’internazionale del terrore.
Un portavoce della divisione crimine informatico dell’FBI ha dichiarato che sanno tutto sugli atti di pirateria effettuati dai terroristi, ma che, come ormai sta diventando ricorrente, non possono smentire o confermare.
Altri esperti, poi, danno prova di grande scientificità. “Non l’abbiamo constatato direttamente – dice Michael Vatis, ex direttore della divisione FBI e attuale capo di un organismo di sicurezza delle tecnologie – ma questo sarebbe la conseguenza logica di molte cose che abbiamo studiato”.
Sembra di leggere le sentenze di condanna della santa inquisizione: nessuna prova, nessun testimone attendibile, ma a qualcuno bisogna dare la colpa se succede qualcosa.
“Abbiamo delle prove – continua – sulla sofisticazione della organizzazione che ha fatto ricorso a tecnologie moderne per comunicazioni segrete o per evitare di essere intercettato”. Ma sul nome dell’organizzazione, nulla.
Sia ben chiaro: chiunque compie atti terroristici dove si colpiscono obiettivi civili e uccide donne e uomini inermi è un assassino e come tale va trattato.
Però, vogliamo prove serie e circostanziate, non polluzioni estemporanee di “esperti”.
Fossero prove serie, avrebbero già sgominato le organizzazioni terroristiche e non ci sarebbe bisogno di leggi che cancellano quel poco di privacy che ci è rimasta.
Dunque, fateci vedere Bin Laden per cortesia, oppure diteci se è vivo o morto. Almeno sapremo come comportarci.