Come investire risolvendo le difficoltà reali e quelle percepite
Apogeonline: Secondo voi quello attuale è un momento da investimento ad alto rischio o a basso rischio?
Parliamo di Investimenti: La risposta corretta in questo caso, come spesso in economia, è dipende. Dipende da cosa? Dipende innanzitutto da quali sono gli obiettivi di chi investe. Si vuole solo conservare il proprio capitale dall’inflazione? Si vuole puntare a una sua potenziale crescita consistente? Si vuole recuperare una minusvalenza? Si vuole costruire una rendita costante nel tempo?Questo perché in base ad ogni obiettivo ci sono – come spieghiamo nel libro – strumenti che permettono di conseguirlo, ognuno con caratteristiche differenti.
Un’altra cosa da considerare è l’orizzonte temporale di investimento che si ha. Se si vuole investire per 1 anno, ci sono degli strumenti maggiormente adatti a questo, se si vuole investire per 10 anni, ce ne sono degli altri che si sposano meglio, con caratteristiche differenti. Capisci bene che quindi dare una risposta univoca a questa domanda purtroppo è impossibile.
Il dividendo azionario di un’azienda estera viene tassato due volte, una prima volta nel Paese estero e una seconda all’ingresso in Italia. Esiste un modo legale per mantenere una tassazione singola? A fronte di questo, ha senso investire in azioni sul mercato estero o dovremmo operare solamente in Italia?
La doppia tassazione sui dividendi esteri tecnicamente, in alcuni casi, si può evitare, ma la procedura è davvero lunga e costosa, quindi praticamente quasi nessuno la segue. Investire in azioni estere però ha in ogni caso assolutamente senso, per più motivi.
In primis per un discorso di diversificazione. Costruire un portafoglio azionario concentrato geograficamente su un solo paese è molto rischioso, perché si sta, in un certo senso, puntando su aziende che operano, in prevalenza o totalmente, in un solo paese. Capite bene che se quella singola nazione andasse in crisi, è presumibile pensare che le aziende che in essa operano possano andare a loro volta in difficoltà, se invece un portafoglio è ben diversificato, si riesce a diminuire il suo rischio complessivo.
Leggi anche: Finanza personale: come programmare una vita di rendita
Oltre a un discorso di diversificazione, investire in azioni estere ha sicuramente senso anche per un discorso di potenziali rendimenti maggiori. Restringere la ricerca delle azioni alle sole domestiche, ci potrebbe precludere la possibilità di scovare opportunità migliori al di fuori del nostro Paese.
Come tutelare la sicurezza nel caso di app per il pagamento, come PayPal o SatisPay per fare due esempi? Possono rientrare in un programma di sana educazione finanziaria?
Assolutamente si. Il primo consiglio è innanzitutto non usare le stesse identiche password per tutti i propri dispositivi di pagamento/home banking. Capisci bene che in questo modo renderemmo la vita troppo semplice a chiunque riuscisse a scoprirla.
Altre cose importanti da fare sono: aggiornare regolarmente l’app di pagamento, evitare di utilizzare reti Wi-Fi pubbliche quando effettuiamo pagamenti ed utilizzare un sistema a doppia autenticazione, che autorizza il pagamento solo dopo averlo autorizzato da un altro tuo dispositivo.
Accade qualcosa di finanziariamente positivo e imprevisto, per esempio una ingente vincita a un telequiz. Qual è la mossa più più sicura e veloce, anche se non necessariamente la più redditizia, per iniziare a beneficiarne al più presto come investimento?
Chiunque si trovi improvvisamente un’ingente importo in liquidità nel conto corrente, una delle prime cose che dovrebbe fare sarebbe di evitare di tenerlo fermo nel conto corrente. Sia perché la somma sarebbe soggetta all’inflazione, sia perché se superiore a 100.000 euro, non sarebbe protetta dal fondo interbancario di tutela dei depositi in caso di fallimento della banca.
Per evitare questi rischi e iniziare a guadagnare qualcosa sul capitale, in modo da proteggersi anche dall’inflazione, una buona cosa da fare sarebbe destinarne una larga parte in strumenti obbligazionari a breve termine, come i Titoli di Stato, diversificando su vari Paesi europei se si vuole ridurre il rischio complessivo. Titoli di Stato come i BOT (e analoghi di altri Paesi), vengono acquistati a un prezzo x e in condizioni di mercato normali, riconoscono un rendimento quasi costante nel loro corso di vita (che è di una durata massima di 1 anno), fino ad arrivare a un valore X + Y (in base ai tassi di interesse di quel momento e al rendimento di quel Paese per quella scadenza).
Questo ci permetterebbe di iniziare sin da subito a guadagnare, mettendo al lavoro il capitale per noi, proteggendolo dal rischio di insolvenza del singolo istituto bancario e, in generale, dall’inflazione.
Analogamente, si verifica purtroppo qualcosa di negativo, come perdere una causa, che riduce subitaneamente patrimonio e possibilità di spesa. Qual è la prima mossa per reagire bene di fronte a ristrettezze non calcolate?
In generale chiunque dovrebbe fare il possibile per costruirsi un capitale per far fronte a gran parte degli imprevisti. Nel caso in cui l’evento negativo sia di una portata molto rilevante da sforare quel budget, bisognerebbe cercare di riorganizzare completamente la propria situazione finanziaria, facendo ahimé dei sacrifici. Cosa importante sarebbe sicuramente riorganizzare il tutto in modo da ricostruirsi un nuovo capitale per far fronte ad altri potenziali imprevisti futuri.
Una quantità enorme di italiani investe, si fa per dire, in gioco d’azzardo, concorsi, lotto eccetera. C’è spazio per queste attività in un comportamento finanziario responsabile? (Risposta tipo: ma spendere cinque euro a settimana non mi cambia la vita e metti invece che io vinca…).
Qualsiasi gioco d’azzardo ha un valore atteso per il giocatore negativo. Questo termine tecnico vuol dire, in parole semplici, che se ci si decide di giocare, nel lungo periodo si sarà sempre statisticamente in perdita. Per questo motivo non reputo, in nessun caso, giocare d’azzardo un buon investimento.
Se lo si vuole fare per divertimento, come può essere per alcuni fare una schedina a calcio o giocare alla roulette in un casinò una volta ogni tanto è ok. Ma non bisogna fare l’errore di pensare di arricchirsi – o anche solo guadagnare stabilmente – con qualsiasi tipo di gioco d’azzardo.
Come dobbiamo considerare le criptovalute in una strategia di investimento?
Nel caso di strumenti come le azioni, parliamo in maniera semplice di un pezzettino di un’azienda. Quest’azienda lavora per fare utili e crescere. Se ci riuscirà, anche noi potremo guadagnarci. Nel caso di strumenti come le obbligazioni noi abbiamo fatto sostanzialmente un prestito a uno Stato o un’azienda e sappiamo che se lo terremo fino a scadenza e se l’emittente non avrà gravi problemi economici, noi avremo un rendimento che possiamo sapere in anticipo prima di investirci.
Nel caso delle criptovalute invece non si parla di un’azienda che fa utili o di una sorta di contratto di prestito sottostante, c’è solo una valuta digitale che dobbiamo sperare che più persone in futuro vorranno comprare. Una criptovaluta di per sé è uno strumento dematerializzato che se nessuno compra, non ha valore. Per questo motivo considero le criptovalute (in generale) più una speculazione che un vero e proprio investimento. Una speculazione che, se la storia insegna, è abbastanza volatile e – spesso – imprevedibile.
Per questi motivi, a parer mio, se si vuole puntare ad inserire in portafoglio anche delle criptovalute, è importante farlo solo per una parte non eccessiva, non oltre il 5-6 percento. Se no bisogna esser pronti ad accettare una volatilità complessiva davvero molto rilevante, e l’esperienza fatta finora mi ha insegnato che non è per tutti.
È ragionevolmente possibile raggiungere una indipendenza finanziaria stabile, che ci accompagnerà con una rendita più che sufficiente per tutta la vita?
Assolutamente si. Chiaramente partire da un punto di partenza più agiato rende più semplice arrivare a costruirsi una rendita. Nel mondo degli investimenti i rendimenti sono sempre in percentuale, una percentuale del 4 percento di 10.000 euro sono 400 euro, il 4 percento di 1.000.000 euro sono 40.000 euro.
L’obiettivo per chiunque, a prescindere dal punto di partenza, dovrebbe essere puntare a risparmiare e investire ogni mese una parte del proprio reddito, in modo da costruirsi nel tempo un patrimonio importante, che potrà poi esser messo a reddito.
Quando ho citato il 4 percento non l’ho fatto casualmente. Il 4 percento è un tasso medio che possiamo ipotizzare di poter ottenere dai nostri investimenti annualmente. Per sapere quindi quanti soldi ci servirebbero per poter vivere di rendita, ci basterà definire qual è il nostro tenore di vita, quindi quanto ci aspettiamo di spendere ogni anno. Se pensiamo di spendere circa 20.000 euro, con un 4 percento di rendimento potrebbero bastare 500.000 euro.
Esistono schemi di investimento automatici o semiautomatici che funzionano da soli secondo le loro regole e producono ricchezza mentre noi facciamo altro? Quanto dobbiamo stare attenti agli andamenti dei nostri investimenti per non ritrovarci brutte sorprese?
Non esistono schemi di investimento automatici che permettono di guadagnare con certezza. Ahimé l’unico modo per investire quasi in assenza di rischio, specifico quasi perché la certezza totale non c’è mai, è investire in obbligazioni di Stati valutati con rating AAA, che è il miglior rating di credito possibile. È importante specificare però la relazione rischio-rendimento. Quindi se un investimento può potenzialmente farci rischiare molto poco, tendenzialmente sarà anche meno redditizio di quelli che ci fanno rischiare di più, viceversa il contrario.
Quanto dobbiamo stare attenti agli andamenti dei nostri investimenti? Di base poco, anche se dipende in che strumento stiamo investendo, con che obiettivi e che orizzonte temporale. Come vedi negli investimenti si torna sempre a questo.
Immagine di apertura originale della redazione di Apogeonline.