Le leggende metropolitane esistono fino dalla notte dei tempi e Internet non sfugge a questo fenomeno sociale.
Tempo fa, un amico, aveva raccolto un sacco grande da spazzatura pieno di tappi di plastica, che sarebbero dovuti servire per regalare una carrozzina a un disabile.
Ha girato sei mesi inutilmente con il suo saccone, prima di accorgersi che era una “bufala”.
Falsi virus, catene di sant antonio, appelli per dar fastidio a ministri e uomini d’affari, tutto corre, oggi, attraverso la posta elettronica.
Senza la spesa del francobollo e contando sulla creduloneria delle persone è diventato un fenomeno dilagante.
Ma allora, le notizie che circolano su Internet sono vere o sono tutte bufale?
L’unico modo per essere sicuri è controllare e seguire i siti, che sono molti, seri e affidabili.
Intanto se volete divertirvi, potete consultare le dozzine di siti che raccolgono le leggende metropolitane e quelli che raccolgono unicamente le notizie sui virus e le catene di lettere su posta elettronica, che negli Stati Uniti vengono definite “e-hoax” (“scherzi elettronici”. Ad esempio http://dir.yahoo.com/Society_and_Culture/Mythology_and_Folklore/Urban_Legends/Computer_Viruses, ma gli esempi potrebbero essere molti).
Negli Usa, dove il fenomeno è evidentemente più sentito, il sito ZDNet ha avvertito l’esigenza di creare una rubrica, The E-Hoax Central, per informare gli utenti Internet (http://www.zdnet.com/zdhelp/filters/ehoax).
Anche la famosa casa di anti-virus, Symantec, ha creato una pagina per cercare di porre rimedio ai falsi allarmi su virus, questi si, virtuali (http://www.symantec.com/avcenter/hoax.html)
Il dipartimento americano per l’energia ha creato un sito chiamato CIAC, dove sono ospitate pagine su quelli che sono chiamati “Internet Hoaxes” (http://ciac.llnl.gov/ciac/CIACHoaxes.html). È uno dei siti più esaustivi sull’argomento.
Una volta tanto non è un governo a raccontare “bufale”.
Per chi ama utilizzare software di comunicazione come ICQ, AOL Messenger e altri, non si preoccupi.
Le voci che periodicamente circolano su presunte intenzioni delle rispettive società di far pagare ogni messaggio inviato, sono infondate.
E ricordate: Ericsson non regala i suoi telefonini e Microsoft ha altro a che pensare che mandarvi soldi se spedite un messaggio ad altri dieci vostri amici.