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«Raccontiamo il Web per farlo crescere»

17 Settembre 2007

«Raccontiamo il Web per farlo crescere»

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Una finestra aperta verso il mondo: debutta anche in Italia Intruders.TV, un video network internazionale dedicato al mondo dell'imprenditoria e della creatività su Internet. Il progetto e le ambizioni nelle parole dellla corrispondente italiana Livia Iacolare

Livia Iacolare, 26 anni, napoletana, è il corrispondente italiano di Intruders.TV, piattaforma video internazionale per la diffusione delle nuove applicazioni e tendenze del web. Dopo molte interviste ai protagonisti del web 2.0 italiano, devo dire che questa è la prima volta che mi capita di intervistare una ragazza. Quali sono le armi segrete che una donna può utilizzare per eccellere in questo ambito? Si vedrà presto un incremento della partecipazione del pubblico femminile?

Io non mi ritengo affatto una protagonista del web italiano e sono certa che ci sono ragazze molto più in gamba di me. Tuttavia credo anche che spesso noi ragazze ci facciamo un po’ intimorire dalla presenza massiccia di uomini sul web. Nel mio caso non ho mai avvertito questo timore reverenziale, anche se qualcuno ha provato a inculcarmelo. L’importante è credere in quel che si fa e mettersi costantemente in discussione. Sono convinta che in Italia sempre più ragazze entreranno a far parte del mondo del web da attrici e non da spettatrici. Questo soprattutto grazie alla diffusione dei videoblog: non a caso le ragazze più popolari del web internazionale sono delle videoblogger (cito Joanne Colan di Rocketboom o Veronica Belmont di C|Net per fare un esempio)

Come sei arrivata a diventare il referente italiano di Intruders.TV e quali sono gli obiettivi che ti proponi di raggiungere per questa iniziativa?

È stata una fortunata coincidenza. Il mio amico Michael Pick ha conosciuto uno dei fondatori di Intruders.TV, il quale stava cercando una persona che potesse essere interessata a curare l’edizione italiana. Michael gli parlò di me e l’incontro fu piacevole, tanto che mi hanno affidato l’edizione italiana. Per quanto riguarda gli obiettivi che vorrei raggiungere, credo che quello più importante sia innanzitutto la produzione di contenuti di qualità che possano realmente essere utili al pubblico. Questo obiettivo viene prima di ogni altro. Ciò che mi sta a cuore è far conoscere al pubblico i protagonisti del web e della rivoluzione attualmente in atto: imprenditori, blogger, sviluppatori, semplici appassionati del mondo di Internet. Vorrei mostrate quante e quali sono le possibilità che questa nuova piattaforma di comunicazione offre, sia per il business che per la crescita personale.

Secondo la tua percezione, il maggiore scoglio per la diffusione dei nuovi strumenti e approcci veicolati dal web in Italia è rappresentato più da una mancanza di competenze ed iniziative o da una mancanza di sensibilità, cultura e curiosità?

Credo che il primo fenomeno sia una conseguenza del secondo. Se non viene stimolata la curiosità, se la cultura del Web non viene trasmessa nella maniera più efficace possibile è difficile che poi si sviluppino le competenze e che nascano nuove iniziative. Faccio un esempio: pensa a quante persone non erano nemmeno a conoscenza dell’esistenza di YouTube prima che i telegiornali italiani cominciassero a citarlo come fonte di notizie – spesso ridicole, ahimè. Questo dimostra che i mass media sono ancora un veicolo fondamentale di trasmissione della cultura nel nostro paese e che bisogna sfruttarli al meglio per parlare del Web, anche con il rischio di generare un iniziale senso di smarrimento.

Sono convinto Intruders.tv possa recitare un ruolo importante in questo lavoro di sensibilizzazione. Puoi anticiparci qualcosa sulla data di lancio, sul format dei video e su alcuni nomi che ti piacerebbe intervistare?

Siamo partiti proprio questi giorni e stiamo rifinendo gli ultimi dettagli sulla piattaforma. I video pubblicati saranno di diverso tipo: proporremo le classiche interviste, una rassegna stampa del Web settimanale e una serie di video review di applicazioni per il web. Il RomagnaCamp, a cui ho partecipato di recente per raccontare il progetto, mi ha dato l’opportunità di realizzare le prime interviste. Per fare qualche nome cito Luca Mascaro e Tara Kelly di PassPack, ma la lista è veramente molto lunga.

Intruders.tv è nato da poco come progetto autofinanziato. Esiste già un modello di business che possa permettere a un network come il vostro di generare dei profitti o semplicemente di sostenersi da solo? Avete per esempio pensato all’inserimento di spazi pubblicitari o vi state orientando su qualcosa di più vicino allo spirito web 2.0?

Per ora stiamo valutando varie possibilità di monetizzazione. La prima è ovviamente rappresentata dall’inserimento di pubblicità all’interno dei video, cosa che l’edizione francese sta già sperimentando. Naturalmente l’intenzione è anche quella di vendere degli spazi pubblicitari sui vari siti del network, soprattutto attraverso Adify, un sistema che consente a chiunque di acquistare uno spazio pubblicitario, generare un banner e stabilire per quanti giorni apparirà sul sito, il tutto in maniera self-service. Tuttavia stiamo lavorando molto anche sul fronte delle partnership con altri network importanti: Blognation, ad esempio, è al momento il nostro partner principale. Penso sia importante prendere molti contatti in questa fase iniziale e cercare di costruire le basi per future collaborazioni senza pensare eccessivamente al profitto: quello verrà se ci sarà la qualità.

Grazie alla rapidissima evoluzione tecnologica in corso e all’ampia di disponibilità di strumenti per tutte tasche,diventa sempre più facile registrare, editare e diffondere in proprio dei video. In che modo questa evoluzione sta toccando realtà come Intruders.TV e quale pensi possa essere l’impatto per le aziende che intendono esplorare nuove forme di conversazione con i propri clienti?

È vero che oggigiorno gli strumenti non mancano ma questo non vuol dire che sia facile produrre un video, soprattutto per il Web. Ci sono tante variabili da tenere in considerazione, non ultimo il problema dei formati di distribuzione. Il pubblico che guarda video su Internet è molto diverso da quello che guarda la televisione e molte aziende, soprattutto in Italia, non sanno affatto cosa voglia dire “conversare” con i clienti. È più facile per loro creare uno spot nel quale dicono “guardate come siamo belli”, piuttosto che dialogare con il pubblico. Il segreto, secondo me, è invece capire che non esiste migliore pubblicità di una massa di clienti soddisfatti del prodotto che hanno acquistato. Questo semplicissimo principio genera una reazione a catena che su Internet si esprime con il fenomeno dei viral video, ovvero di quei video spesso generati dagli stessi utenti che decidono di diventare evangelisti di quanto provano, comprano ed amano.

Vista da osservatore neutro, quale ritieni che sia lo stato di salute del panorama web 2.0 italiano e qual è il più forte consiglio che ti senti di dare agli addetti ai lavori nostrani?

Negli ultimi due anni mi è parso di notare che le cose stiano migliorando molto. Il terreno è diventato più fertile e ci sono delle applicazioni per il web create in Italia che riscuotono un certo successo. Credo che l’importante sia parlare di queste cose, parlare di business sul web, perché se non se ne parla non si creano nemmeno gli spunti di discussione e tutto assume l’aspetto di una visione irrealizzabile. L’Italia non è la Silicon Valley e ciò non è affatto un limite, anzi è una ricchezza incommensurabile. Non so se sono in grado di dare consigli, ma credo che noi Italiani abbiamo spesso dimostrato di avere delle buone idee: dobbiamo solo prendere maggiore confidenza con questa nuova dimensione di interazione che è Internet e poi sono certa che i risultati continueranno a sorprendere.

Sembra spesso che gli italiani facciano fatica ad esprimersi e rapportarsi in una dimensione internazionale, forse per un problema di lingua o cultura. Ciò rappresenta un limite per molte iniziative che potrebbero avere un respiro più ampio di quello offerto dal mercato italiano. Hai mai percepito questa difficoltà?

Mi è sempre piaciuto viaggiare e farlo anche per lavoro è il massimo per me. Non mi sono mai sentita fuori posto all’estero, in generale è difficile che io avverta questa sensazione. Sul Web quasi tutti gli incontri avvengono attraverso la scrittura e questo può rappresentare un ostacolo per chi non ha confidenza con le lingue straniere. Ma io credo che l’importante sia mettersi in gioco e non aver paura di sbagliare: se hai qualcosa da dire il messaggio arriva comunque, anche se non scrivi come Virginia Woolf.

Per concludere, quali risultati di medio termine ti proponi per Intruders.TV in Italia e quali altre idee ha nel cassetto Livia Iacolare per il prossimo anno?

Mi auguro di contribuire anche minimamente alla diffusione di un’immagine positiva di Internet, inteso come luogo di realizzazione di sogni, soprattutto per chi vuole lavorare in questa nuova dimensione. Tra gli altri progetti c’è l’idea di creare un videoblog su Napoli, la mia città. Una cosa lontana dal mondo di Internet per quanto riguarda i contenuti ma che mi riporta alla passione per il giornalismo “on the road” che ho praticato ai tempi dell’università ed ho trascurato per un bel po’. Ora che conosco Internet non mi lascerò sfuggire l’occasione di utilizzarlo per un progetto che mi sta veramente a cuore.

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