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Quasi universale l’uso di Internet per i giornalisti del business (ma non in Italia?)

23 Luglio 1999

Quasi universale l’uso di Internet per i giornalisti del business (ma non in Italia?)

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Secondo una ricerca inglese della Global Financial Communication Network (“Business News in Cyberspace”) l’utilizzo regolare di Internet da parte di giornalisti dediti al business e all’economia è “quasi universale”. Su …

Secondo una ricerca inglese della Global Financial Communication Network (“Business News in Cyberspace”) l’utilizzo regolare di Internet da parte di giornalisti dediti al business e all’economia è “quasi universale”. Su una base di 117 interpellati in varie città internazionali (Hong Kong, Tokyo, Zurigo, Londra, New York, Bruxelles, Parigi e Francoforte), il 95 per cento di costoro ha dichiarato di collegarsi ripetutamente online alla ricerca di notizie e informazioni d’uso professionale.

Sintomatici i dettagli di alcuni dati. In Gran Bretagna, soltanto il 36 per cento giornalisti è incline ad utilizzare Internet più di una volta al giorno, al contrario di quanto accade in Belgio (74 per cento), Hong Kong (63 per cento), Francia e Stati Uniti (60 per cento). Tuttavia, gli stessi giornalisti inglesi sono i primi a ricevere volentieri informazioni via e-mail, per il 55 per cento, mentre quelli statunitensi soffrono chiaramente di “e-mail overload”: appena il 30 per cento la cita come mezzo preferito per ricevere comunicati-stampa.

Inoltre, l’80 per cento dei rispondenti afferma di ritenere parimenti valida la pubblicazione di articoli sia online sia sui tradizionali supporti cartacei. Ma i giornalisti belgi e giapponesi dicono di non visitare mai dei siti Web per puro passatempo, mentre quelli francesi raramente rivelano i propri indirizzi e-mail ai contatti PR.

Purtroppo lo studio manca di prendere in considerazione l’Italia e altri Paesi dell’Europa meridionale.

“Business News in Cyberspace”: http://www.gfcnet.com/news.html

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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