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Negli ultimi mesi si fa un gran parlare di sicurezza informatica, di attacchi avvenuti e presunti, di date fatidiche da temere. La sindrome del Millenium Bug è ancora viva. L’ultima paura è legata all’ormai fatidico 11 settembre: si continua a temere che vi possano essere attacchi ai maggiori sistemi informatici e che “a cascata” le conseguenze si ripercuotano su chiunque usi la Rete.
Ma cosa c’è dietro a tutto questo?
Da una parte c’è un mondo di utilizzatori di Internet, più o meno sprovveduti, dall’altra il mondo degli smaliziati, quelli che un po’ per gioco un po’ per amore si cimentano nella vita da hacker.
In Italia il tema della sicurezza informatica non è ancora diffuso quanto in altri Paesi. Quali sono le conseguenze ed i rischi?
Un gruppo di ricerca sta cercando di capire quali siano i reali comportamenti degli internauti, quali le loro preoccupazioni e timori, o forse la loro spensieratezza.
Vuoi partecipare a un’indagine anonima su questo argomento? Clicca qui e buon divertimento!
Una sintesi dei risultati sarà pubblicata prossimamente su Apogeonline, insieme a una raccolta di best practice, un salvagente per continuare a galleggiare in questo mare pieno di sorprese.
Non può succedere a me
L’utilizzo di Internet permette di comunicare più facilmente e a basso costo, ma ci sono anche dei rischi. Fino a poco tempo fa l’uomo medio si domandava se i virus esistessero sul serio o se fossero una trovata per vendere gli antivirus; quando sulla stampa sono iniziate a comparire notizie su attacchi, l’esistenza dei virus è stata accettata, ma tutti pensavano: “Non può succedere a me”. Lo stesso succede per gli attacchi da parte di hacker.
Un quinto degli intervistati in una recente ricerca di mercato ha subito accessi non autorizzati o tentativi di accesso alla sua rete corporate nell’ultimo anno. Il dato è significativo considerando che la maggior parte degli accessi non autorizzati non viene rilevata. La DISA (Defence Information System Agency) ha avuto successo nell’88% degli attacchi portati ai 9.000 sistemi di computer della Difesa americana, solo il 20% degli accessi è stato individuato e solamente il 5% ha reagito all’attacco.
Con tutto il mondo della Rete che sta diventando abitante di un solo villaggio globale, bisogna iniziare a pensare di chiudere le porte e le finestre. Nessun computer in rete può essere sicuro al 100%, ma lo deve essere a sufficienza da evitare attacchi da parte di hacker casuali.